La vita nel porto di Ios, comincia ad assumere una piacevole atmosfera stanziale da condominio di naviganti. Tra noi e il Pleiades per due giorni c’è stata Margarita, un 55 piedi a pozzetto centrale che fa charter nelle cicladi. A bordo il capitano e la sua ragazza, aspettano il gruppo di ospiti per il prossimo giro. Alla nostra destra, Tom e Marianne, due olandesi che tengono il loro Caprice, una barca tipo Nauticat, a Messalongi e che progettano di andare a Milos, poi evitando la risalita, rotta sud ovest per fare il periplo del Peloponneso. Ci chiedono consigli e li invitiamo in barca a guardare foto e ricevere informazioni su quegli splendidi luoghi dove siamo stati.
Che emozione anche per noi, ricordare e rivedere Kythira, Porto Kayo, Elafonissi, Methoni, Le Strofadi, sembrano luoghi così lontani, come fosse una vita fa… Tom e Marianne cercano di convincere anche noi ad evitare la pazzia di salire a nord verso Corinto pronosticandoci venti e mari insostenibili e scegliere la via forse più lunga ma più sicura del periplo del Peloponneso. Chissà, decideremo quando saremo a Milos.
La tranquilla vita da pozzetto è resa emozionante da qualche episodio adrenalinico come quando un Oceanis 471 con una decina di vecchi matti a bordo decide di puntare direttamente verso di noi senza tener conto del fatto che il posto tra una barca e l’altra non c’è. Col vento che li traversa non riescono più a uscire e finiscono con le cime dei nostri corpi morti tra la loro chiglia e il loro timone, una situazione che non augurerei a nessuno soprattutto con 30 nodi di vento. Il capitano del Pleiades, prontissimo anche stavolta, li salva trainandoli fuori con il suo gommone. Il nostro tender, mollemente adagiato in coperta, ci guarda aprendo un solo occhio e sembra dirci “io ve lo scordate che mi metto a fare queste cose, sono in vacanza, io”.
I gatti del Pleiades sono ormai di casa anche da noi, il soriano, Friday, ci annusa e ci sceglie come sua barca per le vacanze e al tramonto va ad accoccolarsi sul boma tra le sagole del lazy bag. La vista da lassù è ottima.
Ogni mattina, troviamo parcheggiato al lampione davanti a noi un mulo che staziona lì per un’oretta mentre il padrone sorseggia il suo caffè frappé al bar. Vivere qui non sarebbe niente male, soprattutto sarebbe estremamente economico.
Facciamo due conti: il posto barca non costa nulla, con meno di un euro al giorno abbiamo elettricità e acqua a volontà, internet gratuito dal ristorante Enigma o dal Bar Dessert che si riceve benissimo in barca, supermercato e Bakery a 10 metri dall’ormeggio, per cena se vuoi andar fuori, alla taverna Afrodite mangi pesce fresco e uno tzatziki grandioso per 12 euro a persona ma se prendi il menù speciale con 6 euro hai 3 suvlaki, lo tzatziki e anche un bicchiere di vino. Non ci sono cinema, a parte la nostra sala cinema con DVD portati da casa e quella è a ingresso gratuito, l’autobus per la Chora passa ogni 30 minuti e costa 1,60 Euro, per la stessa cifra puoi arrivare alla baia di Milopotas. Se affittassimo casa a Roma, qui potremmo vivere alla grande!
Ah e se avessimo esigenze religiose, a 20 passi dalla nostra barca c’è la chiesetta di Santa Irina dove Sabato è stato celebrato un matrimonio.
A conferma di questa ritrovata stanzialità, tiriamo fuori la nostra amaca e la sistemiamo tra l’albero e lo strallo di prua. Un giorno affittiamo lo scooter e andiamo alla Tomba di Omero, sì perché pare che qui si sia spiaggiato il cadavere del più famoso poeta greco, gettato in mare dopo aver perso la vita in un viaggio da Samos ad Atene.
Chissà se è vero, comunque la tomba c’è e Omero o non Omero la vista da lì val bene la strada. Altra cosa fantastica è il sentiero che porta a Paleocastro, una lunga strada di pietra costruita sul fianco della montagna, questi greci fanno davvero le cose per bene, in tema di pavimentazione sono davvero dei professionisti. La Chora di Ios è silenziosa e tranquilla ora, pare che ad agosto quest’isola sia una delle più battute dagli amanti della vita notturna, adesso tutto tace. C’è anche un piccolo ma bello museo archeologico e un sito preistorico molto ben tenuto a due passi dal villaggio.
Per fare le strade più difficili di roccia e terra battuta e soprattutto per sopravvivere al freddo del forza 9 che in cambio ci regala una luce, un cielo e un mare da kodachrome, abbiamo affittato una Suzuki 4x4 e ci siamo divertiti a individuare tutte le isole intorno a noi che con la limpidezza dell’aria si stagliavano nette nel mare: Santorini e Anafi a sud, Milos, Sifnos, Folégandros e Sikinos a Ovest, Iraklia, Koufonisi, Keros e Amorgos a Est, Paros e Naxos a nord.
Abbiamo visto tutte le belle spiagge di cui quest’isola è davvero ricca: da Kalamos a Plakes, dove abbiamo incontrato solo un centinaio di capre e 2 muli, da Psathi a Agia Teodothi, da Tris Ekklisies a Manganari dove abbiamo trovato una taverna aperta e gustato pastitsio e melitzana imam davvero buoni. Ci manca Pikra Nera, forse la più bella dell’isola raggiungibile solo in barca, magari domani ce ne andiamo lì, ci regaliamo una notte in rada a Ios prima di partire per Milos.
Ma sento già la nostalgia, siamo stati al porto di Ios per più di una settimana e per me è quel che basta per soffrire l’addio, quasi che qui in questo posto avessimo trovato casa per la nostra barca e pace per le nostre anime inquiete.
Tutto merito del gatto che vi ha scelto come barca delle vacanze, perché non cè nulla di più accogliente di un micio che dorme.
RispondiElimina(L'albero cornuto è splendido)
L'ulivo è stato fotografato e postato espressamente per te, coco'!
RispondiEliminaSentitamente ringrazio.
RispondiEliminaSpero che la penultima foto non sia Tris Ekklisies, c'era solo una casa (e nessuna strada) solo 4 anni fà!
RispondiEliminaFilippo
tranquillo, Filippo, è Manganari. A Tris Ekklisies c'è sempre una sola casa (beato lui) e nessuna strada.
RispondiEliminaGrazie, tiro un sospiro di sollievo..
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