mercoledì 29 giugno 2016

Ormos Zoyioryia, Spetses.



La rotta era un'altra. Eravamo arrivati a Polyegos, a un passo da Creta, quando il pilota automatico ha deciso di fare nuovi e inconsolabili capricci. 
70 miglia indietro fino ad Alimos, Atene, dandoci il turno alla ruota del timone sono bastate a convincerci che il terzo a bordo, il meno pigro dei tre, era troppo fondamentale per lasciarlo a riposo fino al prossimo inverno.
Dopo aver riparato il tutto con l'aiuto di Antonis ed Alex, bravi tecnici e anche maestri del "αύριο" ossia del "domani" come risposta ricorrente in Grecia quando chiedi i tempi di una riparazione, abbiamo ripreso la via, cambiando rotta. 
Ne valeva la pena, come sempre. La meta resta la stessa, ma l'Argolide meritava un passaggio.
E ora, si scende di nuovo, ma lungo il Peloponneso Orientale.

domenica 26 giugno 2016

Dhokos, l'ultimo sasso.


Lo abbiamo sempre snobbato questo scoglio tra Hidra e Spetses, immaginandolo assediato da flottiglie charter. Ma mancava il sasso di Dhokos per completare la nostra collezione. Ed eccoci qui, nel silenzio più totale, interrotto solo dal canto delle cicale.
Questa è la Grecia: abbondante, generosa terra che si rigenera ogni giorno e che inventa angoli remoti anche laddove il remoto non te lo aspetti.

venerdì 17 giugno 2016

Ad Agios Georgios son cresciuti i fiori.

Nessuno la guardava questa isoletta impervia e selvaggia, 10 miglia a sud di Capo Sounion. 
Il vento qui, di solito, strilla forte e corre giù ripido dalle pendici di roccia, abbattendosi dall'alto su una costa meridionale costellata di scogli, ma anche con dei bei fazzoletti di sabbia su cui gettare l'ancora. 
L'abbiamo fatto, oggi che Eolo è estremamente benevolo, noi e tre pescatori. 
Non era attraente quest'isola, forse. Ed è diventata un parco eolico. Giganteschi fiori di metallo bianco, oggi fermi, di solito turbinanti. Ed ecco che anche l'arida roccia produce. 
E sapete che c'è? A me piace.

giovedì 16 giugno 2016

Il mare per eccellenza

I delfini. 
Una costante nel golfo di Corinto. 
Piccoli, allegri, incoscienti, sbarazzini. 
Arrivano, saltano, giocano, vanno via, poi ritornano. 
Ecco qualcuno che si diverte un mondo. 
E pure ogni giorno.

martedì 14 giugno 2016

ο άνεμος, il vento

Il vento, in Grecia, è una colonna sonora costante. 
Ora sussurro, ora grida, inquietante ma rassicurante allo stesso tempo. 
Il vento in Grecia è effetto visivo,segna il territorio, modella cose e persone, le piega, le plasma, le solleva.
Guai a fermare il vento, si spegnerebbe tutto, si perderebbero le diagonali, assi essenziali per comprendere il senso delle cose.

venerdì 10 giugno 2016

L'esperienza insegna.

A Vathi, nell'isola di Itaca, temporali minacciosi suggeriscono, a chi è abituato a navigare, di restare in rada. 
In foto, a 200 metri da noi, un catamarano di 2 olandesi che dal 2011 vivono a bordo, e altre 3 o 4 barche dai chiari segni di autonomia di chi naviga a lungo. 
In banchina, invece, solo barche charter. 
Quando il cielo è minaccioso, sempre meglio avere solo un'ancora e solo la tua a tenerti ferma. Non è il mare il pericolo, ma la terra. Il più delle volte. 
L'olandese leva un calice di vino al nostro indirizzo e noi facciamo altrettanto. Le nostre anime prudenti si sono riconosciute.

giovedì 9 giugno 2016

Il vento del sud.

Si sa, porta brutto tempo il vento da sud. Segno di instabilità, di stagione ancora non dichiarata. Ma, mentre aspetti e ti dividi ogni giorno tra la certezza che prenderai la via del Peloponneso e l'altrettanto solida convinzione che punterai a Est pagando dazio al canale di Corinto per la settima volta, insomma mentre galleggi nella tua oziosa indeterminazione, questo vento ti regala ancoraggi di solito impossibili. 
Talmente impossibili che anche con le condizioni buone restano deserti. 
E invece, lì, proprio lì, c'è il senso del Mito.
È incredibile come natura, silenzio e acqua turchese non attirino gente nella parte più profonda del golfo di Myrtos a Cefalonia. Due giorni così in un golfo riservato, una decina di barche son passate a largo, piccole come puntini all'orizzonte. E tutte dirette a Fiskardo o Assos, borghi che potresti definire incantevoli non fossero stati scoperti. Se scegli la pace, cerca un posto senza taverna a terra.

sabato 4 giugno 2016

Ciao Italia.

Ciao Italia.
No, non ho votato neanche stavolta. 
Come vedi niente urne qui, niente sondaggi, niente schede e nessun scrutatore se non un paio di delfini stranamente depressi che mi accompagnano senza smancerie, né voglia di chiacchierare. 
Non votando, dicono, non potrò criticare dopo. Che sciocchezza, posso sempre dire che avete scelto male o che avete scelto bene. Ma è mai più successo, da almeno vent'anni, a un elettore di scegliere bene?

Non è poi così importante, la Grecia è qui, davanti a me, appena ritrovata dopo una distesa liquida ininterrotta di 200 miglia. Ora tutto sarà più lontano ma in effetti da parecchio tempo lo è già.

venerdì 3 giugno 2016

Calabria, mon amour


Anche quest'anno tra Sicilia e Calabria si sceglie quest'ultima per far sosta in porto. Perché? Perché lo merita, perché ci mettono l'anima, perché per la gente di Calabria nulla è scontato. Non sono ancora nel mio luogo preferito, Crotone, non sono ancora da quelli che ormai considero amici cari, persone di famiglia, ma sento già aria di casa. Mi piace questa regione, parla una lingua che capisco, quella del mare e della curiosità. Mi piace anche perché, chissà perché, media e istituzioni vogliono che non ci piaccia.
Torniamo al porto di Reggio Calabria, ma finalmente al posto della darsena fetente, possiamo utilizzare i nuovi pontili galleggianti posizionati in fondo al porto davanti alla Lega Navale. Tut'altra cosa: la città, con il suo splendido lungomare orlato di piante che vengono da tutto il mondo, è a un passo. I bronzi ci aspettano per il consueto saluto.

mercoledì 1 giugno 2016

Cose di cui sentirò la mancanza.

Arrivati a metà pomeriggio ai pontili comunali di Agropoli che ora son dotati anche di doppio corpo morto e di ormeggiatori gentili. La sosta è gratuita per 48 ore per libero transito. 
No, non sono queste le cose che mi mancheranno, perché se sono una rarità assoluta dell'Italia tirrenica sono la consuetudine dell'accoglienza ellenica. Ma c'è qualcosa a cui per i prossimi mesi dovrò necessariamente rinunciare: la mozzarella di bufala.
Ho diversi amici che hanno abbracciato l'alimentazione vegana ultimamente. Al di là degli integralismi di cui ho sempre sospettato, il fenomeno mi incuriosisce e mi affascina e alcune ricette e ingredienti di questo regime alimentare fanno anche parte della mia dieta quotidiana facendosi buona compagnia con le proteine animali a cui non ho ritenuto di dover rinunciare. 

L'eliminazione drastica e assoluta è qualcosa che non riesco a comprendere. Parliamo comunque di alimenti con cui siamo cresciuti sani e forti, noi generazioni fortunate che non hanno conosciuto la fame. Ma non solo, parliamo di sapori che fanno parte integrante della nostra storia, della nostra memoria. Che senso ha escluderli totalmente dalla nostra vita? Poi davanti a certi prodotti della nostra terra, pardòn, della nostra fauna, famosi in tutto il mondo, la condanna vegana mi sembra blasfemia allo stato puro.
Dio salvi la mozzarella di bufala campana, almeno finché non torno!