mercoledì 1 giugno 2016

Cose di cui sentirò la mancanza.

Arrivati a metà pomeriggio ai pontili comunali di Agropoli che ora son dotati anche di doppio corpo morto e di ormeggiatori gentili. La sosta è gratuita per 48 ore per libero transito. 
No, non sono queste le cose che mi mancheranno, perché se sono una rarità assoluta dell'Italia tirrenica sono la consuetudine dell'accoglienza ellenica. Ma c'è qualcosa a cui per i prossimi mesi dovrò necessariamente rinunciare: la mozzarella di bufala.
Ho diversi amici che hanno abbracciato l'alimentazione vegana ultimamente. Al di là degli integralismi di cui ho sempre sospettato, il fenomeno mi incuriosisce e mi affascina e alcune ricette e ingredienti di questo regime alimentare fanno anche parte della mia dieta quotidiana facendosi buona compagnia con le proteine animali a cui non ho ritenuto di dover rinunciare. 

L'eliminazione drastica e assoluta è qualcosa che non riesco a comprendere. Parliamo comunque di alimenti con cui siamo cresciuti sani e forti, noi generazioni fortunate che non hanno conosciuto la fame. Ma non solo, parliamo di sapori che fanno parte integrante della nostra storia, della nostra memoria. Che senso ha escluderli totalmente dalla nostra vita? Poi davanti a certi prodotti della nostra terra, pardòn, della nostra fauna, famosi in tutto il mondo, la condanna vegana mi sembra blasfemia allo stato puro.
Dio salvi la mozzarella di bufala campana, almeno finché non torno! 

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