domenica 22 aprile 2012

Con il bulbo a terra e la testa sempre fra le nuvole

"La macchina di San Giorgio" e la processione.
Ebbene sì. È arrivato anche per P'acá y p'allá il momento di mettere i piedi a terra. 
1 mese fa, quando l'abbiamo spostata da Porto Santo Stefano a Cala Galera pensava fosse finalmente l'occasione giusta. E invece no. Ancora non era tempo. A questo punto ormai, si era rassegnata a pensare che l'avremmo fatta ripartire così, senza neanche farle rifare la carena, con tutte le sue belle alghette da vita sedentaria a ornarle la pancia. Ci guardava un po' storto, in effetti. Va bene che c'è la crisi ma risparmiare sulla sua igiene non era proprio comprensibile. "In fondo voi mi sembrate ancora ben nutriti", sembrava dirci severamente. Quando... sorpresa! In un bel giorno di fine aprile, tra grandine e schiarite improvvise, con temperature che oscillano tra i 5 e i 25° e venti sempre ben tesi, in una primavera un po' pazza che impigrisce grandi e piccini, questi due matti si mettono a spogliarla dal genoa, sfilarle tutte le sue belle scotte, toglierle i viveri dalla cambusa..... ("Noooooooo le olive di amorgòs, lasciatemele!!"), mollare gli ormeggi. 
Ed ecco dirigere verso il travel lift e via, senza troppe cerimonie essere tirata su come un peso morto che non oppone resistenza. La ragazza ha reagito con grande dignità al sopruso, poggiata sull'invaso ha fatto elegantemente notare ai tecnici che lei è di gamba lunga, bisogna alzare un po' quei bracci per il taccaggio. Certo tutta quella gente lì a toccarle il ventre.... così alla luce del sole, senza neanche una tendina intorno per la privacy. Non si fa così, no, non si fa.
E poi, fiera e solenne, scortata da noi e guardata a vista dal fido Pierfrancesco che si occuperà di lei nei prossimi mesi, on the road diretta al suo rimessaggio, si sentiva come una regina capace di fermare il traffico, di catalizzare gli sguardi, di far ammutolire anche il vento. 
E ora, la prognosi: per prima cosa le boccole del timone, che  hanno bisogno di essere cambiate fin da Fetiye; poi il teak che il precedente proprietario, quello che le aveva imposto un nome orribile, le aveva anche profanato a colpi di compulsiva ed esagerata pulizia, solcandole il derma peggio di un antiscrub aggressivo; poi ci sono quelle finestre fisse della tuga, non proprio fissate come si deve, soprattutto quella di dritta che con condizioni dure ci ha regalato un po' di acqua in quadrato. Poi ovviamente una stuccatina al timone che cancelli il ricordo di quell'ormeggio scomodo di Ios. E intanto nel frattempo, noi le compriamo 2 bei pannelli solari che diano un senso a quel bimini sopra il timone che certo non avrete pensato sia per proteggerci dal sole.... Vai ragazza, resisti... Che presto si riparte! Giusto il tempo di pagare un po' di tasse italiane e poi via, verso Paesi meno ostili al navigare...

giovedì 5 aprile 2012

Chi ama il mare, segue l'onda.

Che fa, 'sta ragazza? Sta zitta tutti questi mesi, lasciando le cime d'ormeggio saldamente fissate a terra e poi torna qui a fare pubblicità? Ebbene sì, ma è per una giusta causa. 
Siamo tornati in quella che avremmo comunque considerato una terra ostile a noi ormai votati al mare e abbiamo trovato un Paese in lacrime. Più che in lacrime, impegnato in lamenti e accuse. 
Per i naviganti, alla nuova serie di IMU, IVA e quant'altro si è aggiunta la nuova tassa nautica di cui agli esordi ho già avuto modo di parlare. Ora la tassa è stata corretta in una versione più umana in termini economici, pur restando totalmente iniqua in quanto non prevede, come ogni tassa dovrebbe, ricadute positive in termini di servizio al diporto. Ma siamo un Paese in crisi, questo ormai lo abbiamo capito. 
Che dovevamo fare noi, tornati a casa? Pochi mesi davanti con i piedi sulla terra, troppi pochi per consentirci il lusso di seguire lo scontento popolare. Giovanni ha ripreso le macchine fotografiche e gira l'Italia. 
Io, mentre approfittavo, commossa, della fiducia che mi ha accordato qualche cliente considerandomi ancora una valida consulente in comunicazione, ho deciso di dare il mio contributo a un sogno. E con altri sognatori, abbiamo dato vita a ONDA - Organizzazione Nazionale Diportisti Associati. Un'altra associazione? Sì, un'altra associazione. Quante volte parlando con i naviganti stranieri incontrati in Egeo ho sentito la frase "In Italia, no. L'Italia la evitiamo, troppo costosa per noi marinai...". 
Già, è proprio così. Il mare più bello del mondo (esagero? no, non credo, non tanto) è inaccessibile ai non ricchi. Ed è proprio da questo fatto che nasce l'assioma "Armatore=ricco evasore". Come dar torto a un governo che ritiene un lusso andare per mare, se in Italia è davvero un lusso andare per mare? Il problema è proprio questo. Perché è un lusso? Perché non lo è andare in moto, in camper e andare per mare invece sì? Quando ti fai tante domande, è giusto cercare le risposte. Ecco, è per cercare le risposte e anche le soluzioni al problema che è nata Onda. Un ambizioso progetto che mira a riunire gli armatori di tutta italia, ricchi e poveri, velisti o motoristi, marinai per la vita o nel week end. Qual è l'obiettivo? Diventare un bel numero di associati, per far sentire la nostra voce in un settore, quello della nautica, di cui siamo l'ossigeno, l'elemento trainante, il portafogli. 
Nella migliore delle ipotesi, un giorno potremo dire la nostra al Governo in merito alla tassa nautica, suggerire modifiche ad una normativa sulla sicurezza che è incoerente e per niente mirata alla sicurezza, imporre un'Authority per favorire la concorrenza e il calmieramento delle tariffe. Nella peggiore delle ipotesi, potremmo essere solo una rete di persone, con una passione nobile in comune, in grado di mettere insieme informazioni utili, di promuovere i casi virtuosi della nautica italiana, di segnalare gli abusi dei meno corretti, di costituire dei gruppi di acquisto. 
Ne vale la pena, io credo. Chi guarda un sogno e lo considera un'utopia, condanna il sogno a restare un'utopia per sempre. Io ci provo. E chissà che un giorno non si possa navigare in Italia con la stessa serenità con cui io mi sento a casa in Grecia. 
Non vi tedio oltre. Chi è interessato può iscriversi all'associazione, registrandosi sul sito www.associazione-onda.it e cliccando sul link Adesioni.
Ma veniamo a lei, la nostra signora dei mari: P'acá y p'allá è attualmente ormeggiata a Cala Galera, in attesa di essere issata sul suo invaso per alcuni piccoli ritocchi di routine, prima di riprendere il viaggio. Ma questo meriterà un post a sé. Ben ritrovati e buon vento!