Che fa, 'sta ragazza? Sta zitta tutti questi mesi, lasciando le cime d'ormeggio saldamente fissate a terra e poi torna qui a fare pubblicità? Ebbene sì, ma è per una giusta causa.
Siamo tornati in quella che avremmo comunque considerato una terra ostile a noi ormai votati al mare e abbiamo trovato un Paese in lacrime. Più che in lacrime, impegnato in lamenti e accuse.
Per i naviganti, alla nuova serie di IMU, IVA e quant'altro si è aggiunta la nuova tassa nautica di cui agli esordi ho già avuto modo di parlare. Ora la tassa è stata corretta in una versione più umana in termini economici, pur restando totalmente iniqua in quanto non prevede, come ogni tassa dovrebbe, ricadute positive in termini di servizio al diporto. Ma siamo un Paese in crisi, questo ormai lo abbiamo capito.
Che dovevamo fare noi, tornati a casa? Pochi mesi davanti con i piedi sulla terra, troppi pochi per consentirci il lusso di seguire lo scontento popolare. Giovanni ha ripreso le macchine fotografiche e gira l'Italia.
Io, mentre approfittavo, commossa, della fiducia che mi ha accordato qualche cliente considerandomi ancora una valida consulente in comunicazione, ho deciso di dare il mio contributo a un sogno. E con altri sognatori, abbiamo dato vita a ONDA - Organizzazione Nazionale Diportisti Associati. Un'altra associazione? Sì, un'altra associazione. Quante volte parlando con i naviganti stranieri incontrati in Egeo ho sentito la frase "In Italia, no. L'Italia la evitiamo, troppo costosa per noi marinai...".
Già, è proprio così. Il mare più bello del mondo (esagero? no, non credo, non tanto) è inaccessibile ai non ricchi. Ed è proprio da questo fatto che nasce l'assioma "Armatore=ricco evasore". Come dar torto a un governo che ritiene un lusso andare per mare, se in Italia è davvero un lusso andare per mare? Il problema è proprio questo. Perché è un lusso? Perché non lo è andare in moto, in camper e andare per mare invece sì? Quando ti fai tante domande, è giusto cercare le risposte. Ecco, è per cercare le risposte e anche le soluzioni al problema che è nata Onda. Un ambizioso progetto che mira a riunire gli armatori di tutta italia, ricchi e poveri, velisti o motoristi, marinai per la vita o nel week end. Qual è l'obiettivo? Diventare un bel numero di associati, per far sentire la nostra voce in un settore, quello della nautica, di cui siamo l'ossigeno, l'elemento trainante, il portafogli.
Nella migliore delle ipotesi, un giorno potremo dire la nostra al Governo in merito alla tassa nautica, suggerire modifiche ad una normativa sulla sicurezza che è incoerente e per niente mirata alla sicurezza, imporre un'Authority per favorire la concorrenza e il calmieramento delle tariffe. Nella peggiore delle ipotesi, potremmo essere solo una rete di persone, con una passione nobile in comune, in grado di mettere insieme informazioni utili, di promuovere i casi virtuosi della nautica italiana, di segnalare gli abusi dei meno corretti, di costituire dei gruppi di acquisto.
Ne vale la pena, io credo. Chi guarda un sogno e lo considera un'utopia, condanna il sogno a restare un'utopia per sempre. Io ci provo. E chissà che un giorno non si possa navigare in Italia con la stessa serenità con cui io mi sento a casa in Grecia.
Non vi tedio oltre. Chi è interessato può iscriversi all'associazione, registrandosi sul sito www.associazione-onda.it e cliccando sul link Adesioni.
Per i naviganti, alla nuova serie di IMU, IVA e quant'altro si è aggiunta la nuova tassa nautica di cui agli esordi ho già avuto modo di parlare. Ora la tassa è stata corretta in una versione più umana in termini economici, pur restando totalmente iniqua in quanto non prevede, come ogni tassa dovrebbe, ricadute positive in termini di servizio al diporto. Ma siamo un Paese in crisi, questo ormai lo abbiamo capito.
Che dovevamo fare noi, tornati a casa? Pochi mesi davanti con i piedi sulla terra, troppi pochi per consentirci il lusso di seguire lo scontento popolare. Giovanni ha ripreso le macchine fotografiche e gira l'Italia.
Io, mentre approfittavo, commossa, della fiducia che mi ha accordato qualche cliente considerandomi ancora una valida consulente in comunicazione, ho deciso di dare il mio contributo a un sogno. E con altri sognatori, abbiamo dato vita a ONDA - Organizzazione Nazionale Diportisti Associati. Un'altra associazione? Sì, un'altra associazione. Quante volte parlando con i naviganti stranieri incontrati in Egeo ho sentito la frase "In Italia, no. L'Italia la evitiamo, troppo costosa per noi marinai...".
Già, è proprio così. Il mare più bello del mondo (esagero? no, non credo, non tanto) è inaccessibile ai non ricchi. Ed è proprio da questo fatto che nasce l'assioma "Armatore=ricco evasore". Come dar torto a un governo che ritiene un lusso andare per mare, se in Italia è davvero un lusso andare per mare? Il problema è proprio questo. Perché è un lusso? Perché non lo è andare in moto, in camper e andare per mare invece sì? Quando ti fai tante domande, è giusto cercare le risposte. Ecco, è per cercare le risposte e anche le soluzioni al problema che è nata Onda. Un ambizioso progetto che mira a riunire gli armatori di tutta italia, ricchi e poveri, velisti o motoristi, marinai per la vita o nel week end. Qual è l'obiettivo? Diventare un bel numero di associati, per far sentire la nostra voce in un settore, quello della nautica, di cui siamo l'ossigeno, l'elemento trainante, il portafogli.
Nella migliore delle ipotesi, un giorno potremo dire la nostra al Governo in merito alla tassa nautica, suggerire modifiche ad una normativa sulla sicurezza che è incoerente e per niente mirata alla sicurezza, imporre un'Authority per favorire la concorrenza e il calmieramento delle tariffe. Nella peggiore delle ipotesi, potremmo essere solo una rete di persone, con una passione nobile in comune, in grado di mettere insieme informazioni utili, di promuovere i casi virtuosi della nautica italiana, di segnalare gli abusi dei meno corretti, di costituire dei gruppi di acquisto.
Ne vale la pena, io credo. Chi guarda un sogno e lo considera un'utopia, condanna il sogno a restare un'utopia per sempre. Io ci provo. E chissà che un giorno non si possa navigare in Italia con la stessa serenità con cui io mi sento a casa in Grecia.
Non vi tedio oltre. Chi è interessato può iscriversi all'associazione, registrandosi sul sito www.associazione-onda.it e cliccando sul link Adesioni.
Ma veniamo a lei, la nostra signora dei mari: P'acá y p'allá è attualmente ormeggiata a Cala Galera, in attesa di essere issata sul suo invaso per alcuni piccoli ritocchi di routine, prima di riprendere il viaggio. Ma questo meriterà un post a sé. Ben ritrovati e buon vento!
Grande Fra.... ora mi associo..... domani noi si va a Kos!!!!!
RispondiEliminaBrava Gioia!!! Sì dai, associati subito! Dimmi se hai problemi. Buon vento, che invidia....
EliminaQuesta si chiama telepatia! Riaprire questo blog dopo mesi e trovare un nuovo e interessante post! Mi sembra sensato tentare questa associazione, hai pensato a parlarne su amicidellavela (su cui ho letto diversi interventi di giovanni)?
RispondiEliminaFilippo
Hai ragione, Fili. Ora posto anche lì. Bacio a tutta la triade!
RispondiEliminaSilverio non ponzese, dammi il tuo parere eh?
RispondiEliminaBrava Fra e grazie
RispondiEliminaStefano
Dovreste anche aprire una sezione di soci sostenitori non armatori.
RispondiEliminaMi candido a essere il primo!
Baci buon vento
A.
Già fatto A.! L'associazione è aperta a tutti e ci sono già soci che amano il mare ma non possiedono una barca. E adesso, mascherino, non puoi tirarti indietro. Vai su www.associazione-onda.it, registrati e, appena viene convalidata la tua password potrai compilare il form adesioni e fare il bonifico di 25 euro! Dai, che abbiamo bisogno di te! Baci fiduciosi!
RispondiEliminaCara Francesca. Premetto che ritengo, oggi, equilibrata e largamente sostenibile, la nuova travagliata tassa sul possesso delle imbarcazioni. Ora, cio' detto, la mia opinione su ONDA, per quello che vale, è che all'interno dell'associazione convivono troppe, diverse e, mi sembra, inconciliabili anime. La prima è quella dei professionisti del settore i cui comprensibili obiettivi mal si sposano con quelli dei puri, o anche impuri, decoubertiani. Professionisti che, peraltro, hanno già valenti associazioni di categoria capaci di fare specifico lavoro di tutela e lobbing. La seconda è quella dei motoscafisti che, da sempre, hanno filosofia marinara e bilanci, nella maggioranza dei casi, molto diversi dai velisti e non a questi assimilabili. La terza anima è quella dei proprietari delle imbarcazioni immatricolate che vedono come un privilegio ingiustificato l'esenzione totale dei natanti sotto i dieci metri. Quest'ultimi intanto, miracolati, si sono fatti piccoli piccoli, insieme ai loro grossi motori, e sperano di non essere visti confidando nella non delazione dei generosi. Poi ci sono le bandiere del leasing che rivendicano la conservazione di una condizione particolare, fino a ieri incentivata e promossa, a scapito di chi in barca ha sempre portato, stupidamente, il proprio nome e cognome per vanità se non per orgoglio. Tutti sotto lo stesso tetto a rivendicare una non meglio specificata funzione sociale della nautica che meriterebbe comprensione e tutela fiscale dopo anni di totale, questa si iniqua, esenzione. Troppe anime, dicevo, in contrasto perenne perchè, io credo, il marinaio non esiste. Esiste invece il commerciante, l'impiegato, il professionista, l'imprenditore, l'operaio e l'artigiano. E quando queste persone vanno in barca rimangono esattamente quello che erano un minuto prima in banchina, con i loro reali interessi, i loro gusti, le loro idee. Il mare, purtroppo o per fortuna, non ci rende uguali. Se ONDA, resa incompatibile l'iscrizione ai soci iscritti ad altre associazioni che non consentono la reciprocità, si vuole anche battere per estendere la tassa anche ai natanti, per adottare la stazza quale parametro di valutazione fiscale per le barche a vela invece della lunghezza FT e la potenza del motore quale parametro per i motoscafi, se si vuole anche battere per favorire il ritorno sotto la bandiera nazionale, senza alcun onere, delle imbarcazioni registrate all'estero, se si vuole anche battere in favore della portualità pubblica, per il diporto, a tariffe calmierate contro il cartello dei Marina che non consentono, tra l'altro, lavori in economia , saro', senza remore e con entusiasmo, dell'equipaggio.
RispondiEliminaSilverio non ponzese
Uh, mi verrebbe da farti un bonario ricatto, ossia che i tuoi 25 euro sono qua ma... devi venire a prenderli. :)
RispondiEliminaScherzi a parte, ti chiamo o ti scrivo, che ho un'altra cosa da chiederti.
Baci di corsa (corsari?) :)
A.
Carissimo Silverio,
RispondiEliminaesiste una convivenza di troppe anime diverse? Ho sempre detestato l'uniformità di vedute, talmente tanto, a volte, da sostenere tesi insostenibili pur di spezzare un'armonia malata. Ti confesso che sono stata all'occorrenza antifemminista, antianimalista, antiecologica, antitantecose, per il solo disperato dialettico bisogno di spezzare incantesimi che nascondevano profonde ipocrisie. Più semplicemente, sono stata bastian contrario (rompicoglioni) e, come immagini, molto amata per questo. È che credo che le idee nascano dalla differenza, dal confronto di opinioni diverse, dal dissenso più facilmente che dal consenso. Questo fino a certi limiti, ovviamente. Quel termine "inconciliabili" che hai usato, segna questo limite. Al di là di quel termine, il tentare di trovare una meta comune diventa accanimento terapeutico.
Ecco quindi che in Onda, gli operatori e i lobbisti del settore ci hanno annusati, seguiti, anche blanditi, ma soprattutto guardati con sospetto. Ed è stato il loro guardarci con sospetto che mi ha convinto che questa associazione è una buona idea. Dopo la correzione della normativa fiscale, soprattutto dopo l'inserimento della liberalizzazione del charter, operatori e lobbisti ci hanno attaccato e poi si sono volatilizzati. Come probabilmente era giusto che fosse. Un'associazione che tutela i diportisti, tutela i diportisti. Lavorerà quindi per cause che possono essere comuni agli operatori ma anche per scopi contrari ai loro interessi. Quelli che invece, mi accorgo, sono interessati ad essere con noi, sono i semplici lavoratori del settore. Che forse hanno intuito che la tutela del comparto dipende più da noi che dagli operatori e dalle altre associazioni di categoria. Poi ci sono anche i casi virtuosi del settore che operano con onestà e trasparenza e rischiano di essere schiacciati da un sistema che sfavorisce queste due qualità, anche loro ci guardano e sono con noi. Personalmente credo che una tassa equa sia basata sul concetto semplice di "pagare meno, pagare tutti". Ritengo ingiusta quindi l'esenzione dei natanti ma allo stesso tempo, mi sembra oggi, a aliquote definite, inutile chiedere tale estensione ad altri. La riformulazione corretta di una tassa dovrebbe prevedere aliquote basate sul valore commerciale di un'imbarcazione: ci sono gommoni sotto i 10 metri che valgono come 10 barche a vela con trent'anni sulle spalle. Se ne dovrebbe tener conto. E dobbiamo sempre immaginare di poter chiedere di cambiare le cose. Motoristi e velisti possono convivere e trasformarsi in marinai. Fino ad oggi non ho sentito mai un motorista in Onda, risentirsi per l'abbattimento previsto per la vela. Io stessa, ho auspicato pubblicamente scaglioni vetustà oltre i 30 anni e aliquote su base centimetriche più precise, nonostante P'acá y p'allá si avvantaggi delle attuali misure. Perché, si può rinunciare a qualcosa per un bene comune e se, ogni tanto, provi ad uscire dal tuo mero interesse. L'ultimo punto che hai citato è il nostro obiettivo più importante: ottenere un calmieramento dei costi dei marina - e in generale dei servizi del settore -, combattere qualsivoglia cartello innalzato a danno dei diportisti e che rende il nostro Paese così poco appetibile per i marinai di tutto il mediterraneo.
Silverio, quel che dici è pienamente in linea con l'Associazione che è oggi. Quel che diventerà domani, lo vedremo solo vivendo. Io stessa, ti garantisco, che se prenderà una linea diversa, non sarò più della squadra. Insomma, conto su di te, sulla tua esperienza e sulle tue idee perché il cammino sia quello giusto.
...Ti ho convinto? (attento alla risposta, farsi convincere da una pubblicitaria è quasi fuorilegge oggigiorno...)
Condivido ciò che dici, (quasi) in tutto. Sottoscrivo virtualmente. Aspetto di conoscere personalmente i rappresentanti dell'Associazine, come altri soci, sono sicuro che non mancherà occasione. Alcune domande mi riservo di formularle di persona,se posso direttamente, non tanto perchè non sia possibile in questo luogo, ma per non allungare noiosamente la discussione. Ma l'altra metà del cielo, per così dire, cosa ne pensa di tutto questo? Non viene sottratto tempo prezioso alla preparazione della navigazione? Il cattivo tempo sta rallentando la mia, ma conto di recuperare con il sereno.
RispondiEliminaSilverio non ponzese
Eccone una, Silverio: ebbene sì, faccio parte del consiglio direttivo. Il che probabilmente non depone a favore dell'associazione. Ma all'inizio eravamo in pochi... ;-)
RispondiEliminaScherzi a parte, intanto ti dò la mia mail: francesca.carignani@gmail.com.
Giovanni, da sempre restio a farsi coinvolgere da qualsiasi attività associativa (molti direbbero addirittura sociale) mi guarda "perdere il mio tempo" su Onda con un sorrisetto analogo a quello che indosso io quando lui si mette muta, pinne e fucile e scende in acqua. Eh lo scetticismo, è una malattia da cui più nessuno di noi è immune.
P'acá y p'allà si gode i suoi ultimi giorni in acqua prima di essere sollevata e accudita venerdì prossimo. La partenza è a metà giugno e, tranquillo, non c'è onda che potrà fermarla...
Ciao,
RispondiEliminapurtroppo arrivo a questo post con quasi un anno di ritardo.
E' sempre stata anche una mia idea ed un mio pallino costituire una associazione di armatori per essere un minimo tutelati, visto che prendiamo sberle a destra e a sinistra.
Ho provato ad andare sul sito ma non c'è nulla oppure non c'è più nulla... è naufragata l'idea ?
A presto
Max
O_o adesso che ti ho trovata anche qui non ti mollo più :)
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