mercoledì 13 aprile 2016

Coazione a ripetere

In navigazione verso Kastelorizo, 2014
"Ma non sei stufa di tornare in Egeo?”
Questa è la domanda che mi sento rivolgere spesso negli ultimi tempi. Sono passati 5 anni da quando, in un momento che era perfettamente equidistante tra l’inizio dell’attività lavorativa e quello che avrebbe dovuto essere l’inizio dell’età pensionabile, ho deciso di dire addio a una vita incentrata sul lavoro, di spingere il tasto “prossima fermata” e prendere il mare per lunghi periodi.
Da allora, ogni anno, P’acá y p’allá salpa dall’Argentario sempre diretta nello stesso punto: quel magico pezzo di mare costellato di isole che si chiama Egeo.
Quest'anno lo farà per la sesta volta.
I veri navigatori, o sedicenti navigatori, mi guardano con sospetto. Sembra che un viaggiatore che si rispetti si muova sempre verso l’ignoto, abbia fame di conoscere tutto e di circumnavigare il globo. Per questo, la sua meta è sempre un po’ più distante da casa e mai e poi mai tornerebbe dove ha già fatto scivolare la chiglia. Oppure ci tornerebbe, ma c'è già stato e allora, che racconta? Quasi come se per un viaggiatore l'importante fosse mettere la propria bandiera su un sasso. Fatto, si può dire "Io ci sono stato". E poi? C'è un premio?
Il problema è che io amo l’ignoto ma poi mi ci affeziono. Il mio viaggiare è in fondo un costante e continuo cercare casa. E la trovo sempre, ogni anno e in ogni isola, e la casa, si sa, si fa fatica a lasciarla. Ci riesci solo se prometti a te stesso che vi farai ritorno. A questo punto ho centinaia di “case” sparse in Egeo, sono le isole che ho visitato, piccoli autentici paradisi mediterranei.
Certo, è una casa che ti somiglia. Vicina, con le tue stesse radici, con una Storia in cui ti è facile riconoscerti. Perché viaggiare non significa necessariamente andare dall'altra parte del mondo e nemmeno lontano se non hai l'obbligo di dover raccontare al mondo un'impresa. E io le imprese non le ho mai amate.
Quando prendi la tua vita, la butti all’aria e prendi il mare cambiando tutte le tue regole e le tue abitudini, sei decisamente in cerca di un altrove. Non mi sarei fermata finché non l’avessi trovato. Fortuna ha voluto che il mio altrove era davvero vicino.
L’Egeo è l’ultimo paradiso navigabile del Mediterraneo. Qualche migliaio tra isole abitate e scogli selvaggi seminati in un mare blu, spazzato da un vento imperioso. Un popolo splendido, simile a noi ma diverso da noi: accogliente, ospitale, generoso, soprattutto con chi arriva dal mare. Più sofferente di noi in questi tempi difficili, eppure meno sofferente di noi grazie alla sua indole.
L’Egeo è il mare dove navighi sereno: la vita ha un costo davvero basso, i porti sono sempre accessibili e la sosta, quando costa, costa un’inezia. Tante isole, tutte vicine, è un mare da traversate giornaliere, impegnative anche, ma con tante terre emerse che ti offrono sempre un punto di arrivo, per lo più solitario perché lo spazio è tanto e c’è posto per tutti.
Poi c’è lui, il Meltemi, quel vento un po’ bastardo che quando arriva non smette mai, neanche di notte ed è talmente vivace da diventare, di fatto, un ospite a bordo. Anche a lui mi sono affezionata e non potrei più farne a meno. Ci vuole tempo ma a un certo punto capisci che è il Meltemi a far bello l'Egeo.
Ho smesso di scrivere questo blog un po' prima di finire le isole abitate, l'altr'anno ne mancavano tre, Thasos, Samotracia e Lesbo, di cui su questo blog non v'è traccia. Il silenzio è sceso in me prima di completare quell'inconsapevole e quasi casuale marcatura del territorio. Oddio, a suo modo un'impresa, bleah! Non diamole importanza, così si può continuare a ritornare. 
E il resto del pianeta? E la circumnavigazione del globo?
C’è tempo e poi chi l’ha detto che abbiamo una sola vita?

7 commenti:

  1. Con un testo come questo a fare da "antipasto", come potrei lamentarmi di "un'altra stagione in Egeo" tutta da leggere? Tra l'altro come sai, per un paio di settimane sarò greco anch'io...
    Baci buon vento.
    A

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    1. Bentornato su queste pagine, A.
      La tua benedizione ha per me, muta da mesi, un grande valore. :-)

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  2. Meno male che siete tornati per noi terricoli siete un momento di luce nelle giornate passate in ufficio.
    Pero'quest'anno non smettere di scrivere come l'anno scorso.

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  3. finalmente è arrivato un post...lo attendevo da tempo!Anche a me capita spesso che mi dicano "ancora Gracia?".Ed io rispondo "non sei stanco di andare per l'ennesimo anno a fare il fuori stagione in Riviera o in Versilia.... Si perché in Grecia è sempre una avventura diversa ,luci diverse sempre una incontenibile passione ma che ogni volta che ci si torna sa donarti emozioni diverse,solo una cosa accomuna ogni viaggio nel Mar Egeo....l'enorme vuoto che ti prende l'anima quando lo si sta lasciando per l'ennesima volta.

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  4. Ebbene mi accingo anch'io a rifare le settima stagione(circa cinque mesi all'anno) in Grecia e la quarta in Egeo. Quello che penso e provo è suberbamente riassunto in queste righe che ho appena letto. Sopratutto quando devo rispondere, pure io, alla domanda :"ancora in Grecia?" e "dove muoiono di fame?" e io sempre e solo SI.
    Due sole pecche: l'elevato numero di charter(ero un loro skipper) anche nei posti più ameni, e il Meltemi che ancora non riesco ad apprezzare a pieno anche se, quando soffia, tiene distante gli scocciatori.

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