giovedì 27 ottobre 2011

Rientro in Italia. E siamo ancora a metà strada.


Il giorno in cui rientriamo in Italia la Borsa di Milano apre in deciso rialzo. Mi lascia perplessa (lo stesso, immagino, voi) la possibilità che tra le due cose ci sia un nesso. D’altra parte, mi sembra ancora più incredibile che gli entusiasmi del mercato finanziario possano essere dovuti alle misure anticrisi presentate da Berlusconi a Bruxelles. Altri fatti rilevanti non ne vedo, propendo quindi per l’ipotesi a noi lusinghiera, ovvero che il rientro di P'acá y p'allá crei automaticamente valore per il mercato italiano. In effetti, ci presentiamo a Santa Maria di Leuca con circa 15 chili di prodotto da importazione, un tonno rosso, pescato nella traversata in acque ancora greche, che fa felice un’intera banchina. Per meglio dire, lo skipper di un bel Baltic 49 e un paio di portuali locali. Questo porto che già sembrava terreno morto a Giugno, ora è assolutamente desolato.Ce ne teniamo un filetto per noi e regaliamo il resto. La nostra attesa nel lasciare la Grecia è stata (finora) premiata: lasciando l’ancoraggio a nord di Corfù, dove ci siamo regalati anche un coraggioso ultimo bagno greco, vediamo le nuvole che ci passano sopra la tesa, vanno verso la Grecia e sgombrano il cielo italiano. L’allerta meteo, come sempre lanciata dai meteorologi dopo il fenomeno alluvionale ligure sottovalutato, si sgonfia e se va bene dovremmo evitare pioggie e fenomeni intensi nello Ionio. Abbiamo quindi registrato una giornata regalata, con un bel sole caldo, vento favorevole di 15-20 nodi e una navigazione al lasco veloce anche se con mare discretamente mosso. 
Propongo di immolare il tonno rosso, di cui non vado per niente pazza (tonno rosso non avrai il mio scalpo), alla madonnina di S. Maria di Leuca per averci protetto nella traversata, ma Giovanni preferisce la concretezza dell’omaggio a terra. Per me va bene tutto, basta togliere quel cadavere dalla plancetta di poppa che mi fa tanta tristezza. Mentre si combatteva per la cattura della bestia, passiamo accanto ad una tartaruga sonnolenta che guarda incuriosita la lotta facendo palesemente il tifo per il cacciatore, addirittura mi pare di leggere da parte sua all’indirizzo del tonno un soddisfattissimo e cinico gesto dell’ombrello. Tartarughe – Tonni 1 a 0, palla al centro.
Papà chiama e tira un sospiro di sollievo, per lui il fatto che siamo a Leuca è come se fossimo arrivati. In realtà siamo solo a metà strada visto che da qui a casa sono più di 500 miglia, l’equivalente, se tornassimo indietro sulla nostra rotta, a rimettere la prua su Fetiye, Turchia.
Ma i giorni che abbiamo davanti sono ben diversi da quelli passati: navigazione, navigazione, navigazione. L’obiettivo di rientrare a casa per l’estate di San Martino ci porta a correre e a sfruttare al massimo i venti favorevoli alla risalita. Soffro però a non poter aspettare l’apertura del Caseificio del Capo a Leuca, che il pomeriggio è chiuso, il sogno della burrata e della ricotta stagionata mi aveva addolcito l’idea di lasciare la Grecia. Pazienza, ci regaliamo però un gelato e una prima colazione all’alba alla pasticceria Martinucci, punto di riferimento e di ritrovo per i 4 abitanti invernali di queste parti.
Da un punto di vista economico, l’Italia ci accoglie stranamente con approccio greco. L’ufficio del marina dove dovremmo pagare l’assurdo dazio è chiuso oggi per motivi personali del dipendente incaricato e quindi, come dice l’ormeggiatore “viaggiate in pace, ci si rifà un’altra volta”.
Fin qui, quindi, complici la fiducia in noi dei mercati finanziari, il generoso ellenismo del marina di Leuca e il cremoso cappuccino di Martinucci, resistiamo e la prua continua a essere rivolta a Ovest, in seguito vedremo…

8 commenti:

  1. Bentornati!!!
    p.s. ma come mai non avete lasciato la barca in Grecia?

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  2. Eh quante volte ho riimpianto di non averlo fatto in quest'ultimo mese. Ma p'acá y p'allá è troppo giovane e da troppo poco con noi per lasciarla lontana. Ha ancora un po' di lavoretti da fare... Ma lo faremo, la prossima volta, magari dopo averle fatto conoscere l'Africa.

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  3. Ma che senso ha lasciare la barca(a deprimersi)in un porto lontano per dei mesi? Allora tanto vale affittarla nei luoghi che si desiderano conoscere. La barca fa parte della vita di chi vuol essere marinaio. Torna a casa, per rinfrancarsi, con noi. Risalpa, quando risalpa, piu'preparata, con noi.

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  4. È questo il punto: non credo che possiamo starle lontani, non è una barca, è casa.

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  5. Ma povera barca!
    E lo dico perfino io che la considero una delle raffigurazioni dell'Inferno.

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  6. "coraggioso ultimo bagno greco" ... oggi, 2 novembre Max e Lola (io NO) hanno affrontato un (a detta loro) per niente coraggioso bagno santamariesco ... come la vedi? L'obiettivo Africa è per valicare l'equatore e buttare la vecchia targa? Baci e bentornati (o quasi)

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  7. Oggi a Procida il sole e il caldo da metà luglio invitavano proprio, peccato che ormai per fare il bagno nel golfo di Napoli ci voglia un altro genere di coraggio. In mare c'era di tutto, dai bidoni alle tovaglie di plastica... Ma la vorticella è sempre un posto in cui vale la pena vivere

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  8. Ovviamente, la corricella non la "vorticella"... Questi correttori automatici dove li andranno a pescare questi termini?...

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