Sarà che dopo questo viaggio siamo diventati anime semplici, ma scendere dalla barca su un pontile, attraversare la strada ed entrare in un Cinema ci appare come la sintesi perfetta della felicità.
Poi scopriamo che a 50 metri dalla barca, c'è un caseificio con la vera mozzarella di bufala, quella a km 0, fatta sul momento, davanti ai tuoi occhi; e poi, la ricottina fresca, la pizza di scarola... Arrivati in Paradiso? No, semplicemente a Gaeta.
Dovete sapere che una delle poche privazioni di questi mesi passati (forse l’unica?) è stata la latitanza dal grande schermo. Quando arriviamo, il cinema Ariston, unica sala di Gaeta, proietta “Carnage” di Roman Polanski ed è un gran bel modo di tornare al cinema.
Pur vero che, dopo tanta astinenza, sarei entrata anche a vedere "La corazzata Potëmkin" e che nei giorni seguenti pagheremo il biglietto per vedere una cagata micidiale come “La peggior settimana della mia vita”, devo dire che "Carnage" è un film teatrale riuscitissimo, come solo Hitchcock aveva saputo fare. Lo farei vedere, Carnage, magari 10 volte di seguito, al regista di “Due Partite” che, invece, storpiò il bel testo di Cristina Comencini in una, secondo me, inutile e mortificante trasposizione cinematografica.
Ma perché fermarsi a Gaeta, a sole 140 miglia da casa? Chiedetelo ai Russi, è colpa loro. L’alta pressione persistente sulla Russia ostacola nel suo naturale defluire, e incattivisce sulla nostra penisola, una “perturbazione atlantica autorigenerante”, definizione che a parer mio dovrebbe farla rientrare di diritto nel decalogo delle malattie più temibili e prevedere, per chi viene contagiato, un indennizzo a vita. La bastarda, chiamiamola così per praticità, è alla base delle alluvioni a Genova e in Piemonte, quella che ha fatto litigare sindaci, Protezione Civile e siti meteorologici nel consueto gioco di scarico delle responsabilità, quella che ha portato a scrivere su tutti i portali meteo “Emergenza Maltempo” con tanto di sottolineatura. Ma soprattutto, vista dal nostro piccolo angolo di mondo, quella che sta rallegrando il mar Tirreno con burrasche sciroccali che a tratti degenerano in tempesta. E va bene che è ora di tornare e sul vento a favore non ci si sputa mai sopra, ma proprio essere spintonati a quel modo non ci va. Mentre le previsioni coloravano istericamente le carte dei giorni a venire di rosso, bordeaux e addirittura rosa, colore normalmente innocuo che viene invece cinicamente utilizzato per rappresentare il forza 9, decidemmo quindi che Gaeta valeva bene una sosta.
Il Base Nautica Flavio Gioia è una bella sorpresa, un porticciolo molto ben protetto, tra i meno costosi del Tirreno Centrale, situato proprio nel cuore della cittadina che ha parecchi pregi e una certa piacevole vitalità. Ogni giorno ci convinciamo che l’indomani si parte e ogni giorno ci ubriachiamo di colori meteo e rimandiamo. La mozzarella di bufala ha le sue responsabilità ma sono soprattutto quei rosa sulle cartine, unite ai rossi e gialli che identificano le onde superiori ai 3 metri che ci spingono ad aspettare.
Nel frattempo, assistiamo ad una celebrazione delle forze armate con uno sparuto e per niente formale drappello di carabinieri, finanzieri, marinai, due crocerossine e un solitario dell’esercito. Niente banda, un piccolo stereo con due casse e un mp3 con i brani militari ripetuti in loop. Quando parte “il silenzio”, pezzo lievemente fuori tema, velocemente lo fermano e si passa al brano successivo. Un po’ casereccia come rappresentazione, ma verace.
Domenica, gli sportivi di Gaeta di tutte le età si sono cimentati in una corsa cittadina che ha registrato una notevole partecipazione. I percorsi non erano chiaramente segnati, tanto che un corridore si è fermato a un incrocio a chiedere dove doveva andare; il traffico non è stato fermato né deviato e diversi partecipanti hanno rischiato di passare alla cronaca, non tanto per il risultato sportivo, quanto per essere falciati dalle automobili.
Gaeta è ricca di belle chiese come la romanica S. Giovanni al mare, peccato che o sono in restauro o chiuse per insondabili motivi. Ma la passeggiata al borgo medioevale è piacevole e ti regala la voglia di scoprire quei posti italiani così vicini a te che, chissà perché, non hai mai messo nei tuoi itinerari. Esaurita in lungo e in largo Gaeta, abbiamo preso un autobus per Formia e fatto 3 km a piedi tra viadotti e superstrade per raggiungere la Multisala del Mare e drogarci di nuovo di Cinema, visto che “la peggior settimana della mia vita” resta in programmazione per tutta quella che sarà la “peggior settimana del Cinema di Gaeta”.
On boat, ci proiettiamo il dottor Zivago, esplicito omaggio all’alta pressione Russa, sperando serva a farla desistere o a farle vincere definitivamente il confronto con la sorella bassa e cattiva, tanto per farci fare senza troppa fatica queste ultime 140 miglia.
Perché adesso, con la pancia piena di mozzarella, ricotte, pizze di scarola e quant’altro, noi saremmo anche pronti a ripartire. Glielo dite voi a questa bastarda autorigenerante?
Bello questo esilio forzato dietro casa, penso sia anche un'ottima decompressione prima di tornare alla routine romana...
RispondiEliminaSe trovi un cinema dove proiettano "This must be the place" non perderlo, mi pare il miglior film di questo periodo gramo e avaro di capolavori.
Baci Sorrentiniani.
A
Considerato che le devote pratiche propiziatorie vi sono negate da restauri o insondabili motivi, sempre per ottenere la benevolenza degli dei, potete ripiegare sul sacrificio della tiella gaetana a base di scarola e olive o polpo e pomodoro. Che il vento rimanga moderatamente sciroccale.
RispondiEliminaÈ sempre colpa dei Cosacchi!
RispondiEliminaSi avvicina il giorno in cui potrò riavere il piacere di cenare con te, mi gusto l'attesa.
il rientro...dai coraggio!
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