giovedì 11 luglio 2013

Kyra Panaghia. Quando il mare diventa lago.

Ormos Planitis a Kyra Panaghia
Lasciata Skopelos, risaliamo di nuovo la costa orientale di Alònissos. Bella sensazione di déjà vu, questa di salutare e ritrovare un'isola in pochi giorni. È uno dei rari momenti di ritorno sui nostri passi. Non si tratta di ripensamento ma di rotta, uno scarto laterale voluto per includere Skopelos nel nostro viaggio. 
Il vento latita in questi giorni, ci riserva solo qualche piacevole brezza termica di mare. Ogni tanto ci sveglia con una strillata tra i 20 e i 30 nodi ma dura lo spazio di mezza giornata, poi tutto tace di nuovo, come non fosse mai accaduto nulla. È Lui, lo so, vuol ricordarci che esiste: un piccolo cameo di meltemi, interpretazione straordinaria dell'attore ormai famoso e attualmente impegnato altrove. 
Oh, lo so, lo so: i naviganti di tutto l'Egeo mi diranno che questo non è ancora Meltemi. 
Mi dispiace, ma rifiuto di partecipare all'annuale oziosa diatriba di "È Meltemi/non è ancora Meltemi/Il Meltemi quest'anno arriva tardi, finisce presto/arriva presto finisce tardi/Il meltemi quest'anno non arriva". Se la ride, il bastardo, di questo sciocco tentativo di prevederne il comportamento e di classificarlo.
Io ho fatto un patto con questo vento, anni fa, nei nostri primi burrascosi incontri. È lui il titolare della cattedra del vento in Egeo e, da buon dirigente, risponde di quel che fanno i suoi impiegati. Quando non c'è, è perché ha delegato ma si assume tutte le responsabilità del caso.  Quindi.... Entro in Egeo e lo saluto, indipendentemente dalla stagione. Gli altri cerchino pure di studiarlo scientificamente, io preferisco mettere le cose su un piano più umano. Altrimenti, perché perderei tempo a parlarci? Sarebbero solo "parole al vento", no?
il relitto della nave Alònissos a Peristéra
Zigzaghiamo nel canale tra Alònissos e Peristéra, incerti sul dove fare sosta. Una sosta breve, perché Il fascino del nuovo, come sempre, ha la meglio  e abbiamo voglia di raggiungere Kyra Panaghia, 4 miglia a Nord Est della punta nord di Alònissos. 
Alla fine, ci chiama a sé il relitto di una nave su Kalamaki a Peristéra e ci ancoriamo proprio lì davanti per un bel bagno.  
Un naufragio che pare recente, una piccola nave da carico, l'Alònissos, che giace semisommersa. Una gru divelta sul ponte e dietro di lei altre due barche da pesca arenate. Non si capisce se sono state messe lì come contrappunto o se si sono proprio andate a incastrare per avaria.
L'isola di Kyra Panagia, il cui antico nome è Pelagos, è la più grande delle Sporadi deserte. Vi è solo un Monastero senza monaci sul versante occidentale e migliaia di capre. 
È un'isola della riserva naturale, in quanto uno dei pochi habitat rimasti nel Mediterraneo per la foca monaca. 
E' parco ma senza restrizioni: a Kyra Panaghia puoi arrivare in barca, ancorarti e passare la notte. I portolani raccomandano solo di non far nulla che possa causare disturbo alla fauna locale. Ora, questo andrebbe forse spiegato meglio a due barche a motore di 18 metri che irrompono nella quiete assoluta di Ormos Planitis nel tardo pomeriggio, si ormeggiano affiancate con cime a terra e iniziano un'attività che si protrae fin dopo il tramonto, sicuramente poco gradita dalla fauna locale, noi inclusi. I due tender delle barche scorrazzano per questo enorme e pacifico fiordo alternando lo sci d'acqua al trascinamento di ciambelloni saltellanti sormontati da bambini che manifesteranno, probabilmente a breve, turbe psicoattitudinali di difficile risoluzione. Italiani? No, inglesi. Questo un po' mi conforta, un po' mi atterrisce. God save the Queen. E visto che c'è, salvi pure la foca monaca che ne ha più bisogno.
Ormos Planitis la rada a Sud Est
Ormos Planitis è un porto naturale perfetto, un riparo, sul lato nord dell'isola, sicurissimo anche quando fuori c'è tempesta. Aperto solo a nord per un ingresso largo appena 82 metri, immagino che in  burrasca l'entrata debba essere inquietante: il vento ti spintona dentro con una certa pressante insistenza.   Nessun problema invece a uscire con quelle condizioni: semplicemente non esci.
Noi abbiamo un moderato 20 nodi che ci permette un ingresso molto agevole e sicuro. Non possiamo quindi apprezzare pienamente il contrasto tra la furia di fuori e la quiete del luogo. 
L'ingresso di O. Planitis e, sullo sfondo, Gioura
È bello lo stesso. Golfo immenso, maestoso, silente. Le due barche in rada insieme a noi nella baia di sud ovest si perdono nella grandezza del golfo. Altre 4 sono ancorate nella baia sud est a una distanza tra loro abbondante e, sembrerebbe, calcolata da un'architetto con la passione per la simmetria. L'acqua è smeraldo, pulitissima ma torbida, non si vede a un metro. Effetto lacustre, appunto. Ferma ma increspata sulla superficie dalla brezza di vento. Ci arrampichiamo sulle rocce in verticale, superando un primo tratto di macchia e corbezzoli. Una via da capre, più che da umani, tenendo sempre a mente che la discesa sarà più difficile della salita. Arrivi a mezza costa e hai una visione di insieme che rimanda ad altre. Penso a Vathi a Astipalea, penso a Amorgòs, l'ancoraggio dietro l'isoletta di Nikouria, penso al dedalo di Arki e Marathi in alcuni punti, penso a Vathi di Itaca. Penso a Bozuk Buku in Turchia. Quando la terra chiude l'orizzonte e il mare diventa lago. Sembra surreale ma a noi marinai piace quest'effetto, se è fuggevole. Ti sembra di entrare in una casa, fatta della materia che piace a te, acqua, sale e terra intorno. Una casa a cielo aperto in cui non c'è bisogno di chiudere la porta. Basta sapere che la porta c'è.
P'acá y p'allá a Agios Petros 
Kyra Panagia ha un altro grande golfo sul lato occidentale che funge da porto naturale. È Agios Petros, aperto solo a sud ovest. Tre baie all'interno, la preferita da tutti è quella a nord, protetta da una piccola isoletta. Ci sono posti in piedi quando arriviamo e, al calo di vento di stasera, si prevede un bel minuetto delle barche che girano sulle proprie ancore. Non fa per noi, preferiamo la rada a sud, dove troviamo nuovamente i canadesi del Johanna, la goletta verde con cui passammo due giorni ad Alònissos. Ottimo segno. 
La spiaggetta di Kambos a Ag. Petros
Sfioriamo solo l'isola di Gioura, senza fermarci. Gioura, in antichità conosciuta come Gerontia, si narra fosse l'isola dove Ulisse incontrò Polifemo. Rocciosa e impervia, non offre approdi sicuri. 
C'è un ancoraggio su Pappoùs, poco più di uno scoglio sul lato Ovest di  Gioura, ma mentre lo passiamo con uno acuto di meltemi a quasi 30 nodi non sembra proprio il luogo indicato per passarci la notte. 
Poche ore dopo calerà il vento del tutto ma per mare è l'hic et nunc che guida le scelte.
Anche questo è andare per mare. Sfiorare isole senza toccarle, guardarle finché non spariscono dalla vista con quel piccolo sentore di amaro per non aver stretto loro la mano. Ma è una sofferenza a suo modo vitale per i marinai. È sui rimpianti che si studiano le rotte dei prossimi viaggi. Coltivare i rimpianti significa non smettere mai di navigare.

4 commenti:

  1. Prima di andare in banca a pagare le deleghe del modello Unico, ho pensato che l'unico modo per raddrizzare questa giornata sarebbe stato di controllare se ci fosse stato un vostro aggiornamento.....c'è! :) meno male!
    P.S. potresti consigliare a tuo marito di fare il fotografo professionista, belle foto :))

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    1. Per carità, no Fernando! Il fotografo professionista lo fa da più di 30 anni. Se rinasce e lo incontro di nuovo, gli consiglio di fare il calciatore! ;-)
      Lieta di aver nel mio piccolo contrastato il Fisco!

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    2. Spero che si sia capito che la mia era una battuta ironica!
      Lo so che è un fotografo professionista!
      Anyway, visto che ci sono, ti posso tranquillizzare sul tuo amico Meltemi: c'è, più giù di dove siete voi, lì dove ha tutto il tempo di arrivare dopo essersi caricato di chissà quali "incavolature", manco avesse appena pagato le tasse!
      Inoltre pare che si stia chiedendo dove siate, e vi aspetta a braccia aperte, o meglio a guance gonfie, con i soliti verdini, gialli e soprattutto rosa :))))
      Anche questa era ironica, ci mancherebbe :).....
      Buon Vento!

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    3. ahahah, no, questa non è ironica. Lo guardo bene, il bastardo. È proprio lì che aspetta all'altezza di Ag. Efstratios, sta nascosto dietro uno scoglio e aspetta che mi trovi da quella parte, nel bel mezzo del nulla. Per questo, sto pensando di arrivare a Karpathos, il suo calcio poderoso mi ci manderà in un paio di istanti.

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