lunedì 20 maggio 2013

2013. La strana rotta.

In ritardo folle sulla preparazione della barca - come forse capita a chiunque compia l'avventura del semestre in mare per la terza volta - decidemmo che Macinaggio in Corsica era il punto giusto per fare carena. Ce lo suggerì Massimiliano, in uno di quei pomeriggi da cicale in cui in barca o si ozia o si medita (che poi la seconda opzione è solo un alibi per giustificare l'ozio...), pensando che la stagione è ancora lontana e, in fondo, non c'è poi tanto da fare. Per Max, diretto alle Baleari, la tappa di Macinaggio aveva probabilmente più senso. Per noi che confermiamo la nostra consueta rotta sud-est, invece,  si tratta di una pura deviazione a nord ovest di 80 miglia + 80 miglia che, come ho potuto notare, pretende di fornire una spiegazione a chiunque sia dotato di una qualche infarinatura di geografia. "Macinaggio??? Ma non siete diretti in Egeo?" 
La ragione giustifica solo in parte la nostra scelta: il costo. 
Un preventivo onesto, quello di Macinaggio, trasparente e dettagliato a sufficienza da poterlo ritenere così. In Italia per capire se ti stanno fregando devi basarti sul tuo intuito, sul risultato, sul paragone con altri che ti hanno fregato. 
In Francia, la nautica è un'altra storia. Se hai una barca, sei solo uno-che-ha-una-barca, non un povero idiota da prendere in giro. Nel momento in cui scrivo, non posso ancora valutare la qualità del servizio (siamo ormeggiati al porto in attesa dell'alaggio di domani) ma, a Macinaggio, fare carena costa poco più di 1/3 di quel che ci hanno chiesto a Cala Galera e questo predispone necessariamente meglio. 
A onor del vero, devo specificare che gran parte della differenza di costo è sul prezzo di alaggio e varo della barca: 390 euro a Macinaggio, 1.200 euro a Cala Galera. 
Sì, avete capito bene. Ma, come dicono loro stessi impunemente, quasi ritenendolo un merito, un privilegio, una certificazione DOCG:  "Qui siamo solo noi ad avere la licenza del travel lift". Anche a Macinaggio, ma non ritengono sia motivo di extracosto. Ah, i monopoli mal interpretati....
Dicevo, la ragione giustifica solo in parte. C'è Italia e Italia e al sud avremmo potuto trovare preventivi altrettanto onesti. Poi c'è l'istinto, la pancia e, un po', anche il senso di rivalsa e di denuncia che ti spinge a trovare l'opposto positivo alla minima distanza. 
Mentre pensavo a queste giustificazioni, me ne è venuta in mente una, però, che mi sembra la più saggia di tutte: la ragione della strana rotta è insita nel nome della nostra barca. P'acá y p'allá, cioè "un po' di qua, un po' di là".
D'altra parte, anche stavolta, non abbiamo appuntamenti e meno che in passato, motivi per cui sbrigarci a tornare.
P'acá y p'allá non ha risentito della crisi economica italiana, non quanto i suoi proprietari sicuramente.  Siamo partiti sabato 18 maggio da Cala Galera con due belle vele nuove, cucite per noi da 3FL di Francesco Cruciani e consegnate, con brivido, ai blocchi di partenza. Lo scirocco forte ci favoriva nella rotta, ad eccezione delle prime 5 miglia di periplo dell'Argentario. Inutile dirlo, è stato scirocco forte solo per quelle 5 miglia, per trasformarsi poi in debole scirocco e abbandonarci totalmente in balia di una fastidiosa onda, a 15 miglia dall'Elba. 
Che emozione, tirar su la randa e vedere che è tutto a posto, il miracolo della perfezione è avvenuto, la vela è la sua. E meno male perché le vecchie non le abbiamo portate con noi. Piegate per bene e riposte, avranno la loro ragione di esistere nella stagione invernale, dopo tanto lavoro hanno meritato un part time.
Ma vele nuove vogliono drizze e scotte nuove, ci mancherebbe. Non tutte, ma buona metà. E adesso, abbiamo la scotta della randa che è invecchiata di colpo a guardare la scotta del fiocco, un po' come mi sento io quando mi imbatto in una amica che non vedo da tempo e nel frattempo è passata più volte per le mani del chirurgo plastico. Sarà per l'anno prossimo (la scotta della randa, non il chirurgo...). Abbiamo scelto la qualità, abbiamo dovuto limitare i metri.
È strano arrivare all'Elba, sono 4 anni che non facciamo questa rotta e l'ultima volta eravamo su Nodo Alla Gola, il nostro eroico First 31,7. Ci fermiamo in rada a Porto Azzurro in una quiete bellissima da sabato fuori stagione. Procediamo per piccole tappe e il giorno dopo raggiungiamo Portoferraio movimentata dal solito traffico dei traghetti che trova il suo acme stamattina con la ripresa della settimana lavorativa per gli Elbani o la fine del week end per i milanesi.
La breve traversata per Macinaggio oggi ci ha illuso con una promessa di libeccio all'altezza di Capo Sant'Andrea, molto presto disattesa. Le vele ci guardano con una punta di ironia e ammiccano tra loro, dicendo "bella vita ci aspetta, qui si riposa". Aspettate, aspettate che tra poco si passa a un regime ben diverso…
La carena, dopo 6 mesi di stazionamento in porto, è in condizioni pietose e ci fa perdere almeno un nodo e mezzo di velocità. Teniamo anche bassi i giri del motore per evitare di forzare troppo, visto lo stato dell'elica, registrando così una velocità media inferiore ai 5 nodi. Con Nodo alla Gola (a pancia pulita) andavamo più veloci…
E ora siamo qui, ormeggiati in Porto a Macinaggio dove in un lunedì di metà maggio arriva una barca ogni quarto d'ora e il molo dei transiti è già tutto pieno. Abbiamo già visto il cantiere, piccolo, con 4 barche in secca e l'invaso già pronto per noi. Potremmo dormire in barca sull'invaso, oppure ci concederemo la pensione sul porto, tanto per evitare quelle corse giù dalla scaletta e l'attraversamento del Paese per raggiungere i bagni del marina. Qui è tutto molto diverso dal nostro mondo felice. Molto meno greco e molto più francese, ovviamente. Ma è comunque un luogo amico che ti tende la mano e non ti chiede nulla. Riprendi il mare e respiri. E ti accorgi che il viaggio non è un viaggio ma la tua vita. Riacquisti il tuo ruolo di marinaio e ti senti di nuovo in pace col mondo.

12 commenti:

  1. bello Francesca ..... aspetto il seguito!

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    1. grazie della fiducia :-) speriamo che per il prossimo post ci sia un po' di sole...

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  2. Questo promette una buona lettura per i prossimi mesi, molto meglio che qualsiasi squallida serie tv, o novella con storie inventate e personaggi pressapoco prevedibili. Grazie cugina, aspetterò con ansia ogni nuova pubblicazione.
    Claudia

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    1. Grazie cuginetta! Questa stagione sembra non arrivare mai... Nel peggiore dei casi, scriverò di più

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  3. ah fra' sei come il vino, invecchiando migliori!!!!!!! Qui da me va un po' meno bene ma ti racconto in privato... dai che stavolta riusciamo ad incontrarci in Egeo... Ho parlato con Massimiliano

    Baci

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    1. Grazie giò, che succede? Domani torno italica e ti chiamo.

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  4. Francesca, la deviazione è saggissima ... Macinaggio sempre un piacere e altrettanto tutta la Corsica. Mangiate un po' di charcuterie anche per me che sono al lavoro, e bevetevi una bunoa Pietra! Baci

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    1. Cara Ada, oggi abbiamo comprato una arista di maiale (fatta subito al forno con le erbe di maquis e accompagnata da un purée molto stagionale a questo punto) e un lonzino che contiamo di affettare in Grecia.

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  5. Salve!
    Mi sembra opportuno per prima cosa presentarmi, visto che entro a casa di altri.
    Mi chiamo Fernando ed ho iniziato a seguirvi da poco, ma credo di aver recuperato velocemente, visto che ho già acquistato (e letto con molto piacere) il Vostro libro, oltre che tutto il Blog.
    Attendevo con impazienza "il ritorno" e finalmente eccovi, adesso aspetto con ansia il seguito...con un pizzico di sana invidia! Spero che mi scuserete per questo :)
    Buon vento

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    1. Ben arrivato, Fernando! Ultimo ma non Ultimo. Grazie di seguirci e un grazie speciale per aver trovato e acquistato il libro! Quest'anno ci stiamo rendendo difficile la rotta, o meglio, è questa strana meteo che ce la rende difficile. Ma piano piano, ci sposteremo verso sud est. Continua a seguirci!!!

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    2. Ma certo che vi seguirò!
      Dimenticavo...quella randa e quella scotta sono per pacaypalla` come un tubino nero ed un paio di decolte` su una giovane top model, bella scelta!:-)

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  6. State prendendo la rincorsa, insomma. Salpare dal vostro parallelo era troppo scontato ed allora...va bene un po' più in alto. Come per i tuffi dallo scoglio di Cala Nave. Certo i tempi diventano angusti e l'imprevista inclemenza meteorologica non aiuta, ma il racconto, ampliandosi, se ne avvale ed io, egoisticamente, me ne rallegro. Brava Francesca che scrive navigando per quelli, come me, che leggono ormeggiati
    Silverio

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