martedì 9 luglio 2013

Skopelos. Mamma mia!

Ancoraggio di Ak Amarandas (sud est)
Ci sono ancoraggi perfetti. Sono quegli "hot spot" che ti restano nel cuore perché hanno una incredibile sinergia tra il tempo e lo spazio. Tra il vento, il mare e la terra. E ovviamente la tua barca.
Uno di questi, uno dei tanti di questi anni di Egeo, è Ak Amarandas a Skopelos. Sulla costa sud est dell'isola, mezzo miglio a est del porticciolo di Agnondas, è un angolo di mare grande come un pezzo di terreno che potresti comprare, incastonato tra rocce bianche e pini che arrivano sull'acqua. Un angolo stretto che ti invita, dopo aver gettato l'ancora, a mettere due cime a terra, quasi perpendicolari alla barca. E hai una casa sull'acqua, sospesa tra mare e cielo. Unica compagnia: le cicale, dal chiacchiericcio piacevole per i primi 10 minuti, poi logorroico, poi insistente. Quando diventa molesto come le chiacchiere alla macchina del caffè di un ufficio affollato di caffeina-dipendenti, arriva la sera e le cicale vanno a dormire. Suona la campanella di uscita, insomma. Manca solo la luna, ma in sua assenza, le stelle brillano di più. In natura, ci sono sempre mancanze che hanno un loro perché. Ma anche nella vita, quasi sempre.
Il piccolo scalo di Agnondas
Vediamo sfilare davanti a "casa" una mezza dozzina di barche che, senza indugiare, si dirige ad Agnondas, un piccolo porticciolo con qualche taverna. Il richiamo della terra, di sera, è quasi sempre più forte di qualsiasi mare. Pur vero che qui c'è posto per una sola barca, ma lo intuisco dalla loro andatura che non sono interessati al nostro angolo. Nessun rallentamento, nessun giro di prua, nessuno strillo a bordo del genere "Ehi, guardate, è bellissimo! che ne dite, proviamo a stare all'àncora lì?" No, non è il fatto che ci sia posto per una sola barca a renderli disinteressati, di solito prima di capirlo, il diportista arriva vicino, prova ad ancorare più volte. Fosse mattina, lo farebbero. Ma siamo al tramonto e il richiamo delle gambe sotto il tavolo è più forte dell'ancoraggio perfetto. Meno male.  La meraviglia di questo luogo è avvalorata dal momento. Un raro calo di vento che annulla un effetto di risacca che qui deve essere consuetudine. 
Ak Kastri - Moni Ag Ioannis
Da solo, Ak Amarandas, vale il viaggio per arrivarci, vale la rotta Nord che stiamo facendo più per dovere di completezza che per vero istinto, vale tutte le cicale del mondo. 
Skopelos fu la location principale del musical "Mamma Mia!", gradevole adattamento cinematografico del 2008 con una bravissima Maryl Streep. Ci divertiamo a individuare le location, con l'aiuto della memoria del film e di internet. Ad Ak Amarandas fu girata una delle prime scene con la giovane Sophie che confida alle sue amiche di aver invitato sull'isola i suoi tre probabili padri.
Altra location, altro ancoraggio: Ak Kastri, proprio sotto il monastero di San Giovanni, sul lato nord dell'isola. Il monastero è al vertice di una impietosa scalinata di roccia, la location della  scena del matrimonio. Mentre salgo le scale, sento in testa la canzone degli Abba "…The winner takes it all, the loser standing small….". Vincitori e perdenti, la storia del mondo. Chi vince prende tutto, chi perde si sente piccolo, chi perde cade giù. Brutta roba, gli dei che fanno, scioperano? Perché i vincitori prendono tutto? non si potrebbe, una volta vinto, lasciare qualcosa, almeno così chi perde resta in gioco? Almeno nessuno cade giù. Ma vaglielo a dire a chi vince. Di solito il vincente, mentre vince, non è mai particolarmente generoso. 
La scalinata al monastero di San Giovanni
Che c'entra? Nulla, come al solito, ormai ci siete abituati. Comunque, questo era ciò a cui pensavo. Bisognerà pure pensare a qualcosa, mentre si salgono quegli infernali gradini di pietra che più in verticale non li si poteva immaginare. Chi perde cade giù. Ma anche chi vince, se perde l'equilibrio. E non c'è nulla come la vittoria che faccia perdere la misura dello spazio. Mentre finisco i miei scalini e i miei pensieri, una voce dietro di me mi riporta sulla terra : "Un paio di salite così e smetti di fumare vero?". Ha notato il pacchetto di sigarette che spunta dalla tasca posteriore dei miei shorts, questo simpatico personaggio dall'accento veneto. Ci spiega che è un po' greco e un po' italiano e da anni vive a Cape Town. Ha una compagnia di produzione cinematografica, probabilmente uno dei service con cui ho lavorato nella mia vita passata per la produzione dei due spot che abbiamo girato lì. Ma non ricordo i nomi di quei service, né i nomi dei producer, né gli anni delle produzioni. Chi perde, perde anche la memoria, forse. Di Cape Town ricordo le balene in porto e quel cielo terso, così basso che senti di dover abbassare la testa, così cielo che da un'altra parte non c'è. 
Skopelos City vista dalla strada dei Monasteri
La ringhiera di acciaio che corre lungo tutta la scalinata è stata sicuramente messa dopo le riprese, anzi, dopo che il successo del film ha portato qui 10 volte i turisti che ci passavano prima. Tanto esteticamente deturpante quanto salvifica, questa ringhiera. In cima, il monastero: nulla di eclatante, ma caratteristico, come sempre. Ombreggiato da pini e ulivi. Una campana in cortile suona ogni tanto. Sembra porti fortuna suonarla e chi arriva lo fa. La rada sotto, dove è ormeggiata P'acá y p'allá è anche lei in un momento di grazia di vento. Restiamo a dormirci, da soli come sempre, aggiungendo una seconda ancora per scongiurare l'onda di risacca notturna. Quando metti la seconda ancora a poppa, puoi scommetterci tutto quello che hai: ti svegli al mattino e si deve salpare velocemente perché il vento si è alzato e la rada è parecchio esposta. Puntualmente, avviene anche stavolta.
La cittadina porto di Skopelos
Poche miglia e siamo a Skopelos city, il porto principale. Ci ormeggiamo con l'àncora con un bel 25 nodi al traverso, che non è mai piacevole. Ancora meno piacevole quando alla tua sinistra hai una motonave di ferro battente bandiera cipriota. La bandiera non influisce, è il ferro della sua prua che ci sovrasta a incuterci un certo timore. Ci distanziamo a sufficienza. 
Skopelos è un bel porto/villaggio. Gratis l'ormeggio. Acqua e corrente in banchina con le card a scalare. Un bel posto dove stare e dove lasciare la barca per qualche ora. Qualche problema con l'ormeggiatore che non sa fare nessun nodo ma salto a terra e in poco tempo risolvo il problema. 
Il portolano dice che sul fondo giace una catenaria abbandonata parallela al molo e distante 30 metri, noi abbiamo 37 metri di catena, quindi potremmo averla presa ed avere problemi al momento di salpare. Poi l'ormeggiatore ci dice che è una diceria e non c'è nessuna catenaria. A Skopelos mangiamo. Non che di solito saltiamo i pasti, sia chiaro. Ma qui mangiamo fuori a pranzo e a cena, un vero lusso. Da "Perivoli" sperimenteremo il conto più salato dell'intera Grecia (55 euro cena per 2, vino incluso) e la prima tovaglia in stoffa sul tavolo. Ma la cucina è buona  e i tavoli nel cortile pergolato, con l'orto a fianco, danno all'atmosfera un ché di curato e particolare. Da Gialòs, sul porto, spendiamo meno della metà e mangiamo altrettanto bene. E ritroviamo le tovaglie di carta. 
La cittadina, che è anche la Chora dell'isola, è vivace, animata da traghetti e aliscafi che entrano in porto 5 o 6 volte al giorno. Case bianche squadrate con i tetti di tegole rosse sovrastano, purtroppo,  quelle tradizionali con i tetti in pietra ma, nell'insieme, il fascino resta intatto. Un reticolo di vie strette che sale sulla collina, una chiesa dopo l'altra fino in cima. Skopelos è una delle tante dimostrazioni che ai Greci basta uno slargo per fare una piazza, basta un platano per fare un luogo di ritrovo. 
Skopelos dalla massicciata all'alba
Al molo di transito, c'è un certo traffico di barche charter, quasi tutte sotto i 10 metri. C'è un turismo variegato e europeo. Poco rumoroso e rilassato. "This is a great name", mi dice un ragazzo avvicinandosi a P'acá y p'allá. "Eres Espanol?" chiedo io. Ovviamente sì, solo gli spagnoli apprezzano il nostro nome. Lo raggiunge la moglie e declama correttamente P'acá y p'allá. Viene voglia di mettere prua a ovest e raggiungere terre ispaniche. Tanto per farsi chiamare bene, tanto per evitare di fare lo spelling.
Chiesa a Skopelos City
L'isola di Skopelos in origine era nota come Pepàrethos e come tale, citata nel Filottete di Sofocle e nelle Metamorfosi di Ovidio. Secondo la leggenda, fu fondata da Staphylus, figlio  di Arianna (e forse di Dioniso) e così chiamata in onore del fratello Peparethos. Il commercio marittimo ha da sempre fatto parte della storia dell'isola e si vede da una notevole presenza di porti soprattutto sul lato sud, oggi approdi dimenticati e poco serviti ma quasi tutti praticabili. Skopelos è un trionfo di pini, olivi e vigneti. Il vino Peparethos era noto e esportato fin dall'antichità. Vien da pensare che, sì,  Staphilus fosse figlio di Dioniso, l'arte del vino era dote di famiglia. 
Ak Amarandas e la costa sud
La costa sud è orlata di spiagge di ciottoli, quella nord più rocciosa e esposta al vento. 
A nord Est c'è una strada che fa il giro dei monasteri, andiamo a visitarne qualcuno. A Evanghelistria, bel complesso in pietra del 1712, c'è una sola monaca, ci riceve, mi regala una collanina e ci porta una manciata di ciliegie dolcissime. Erano 10 monache fino a poco tempo fa, ora è rimasta da sola. Come nei 10 piccoli indiani, penso, ma non ha un'aspetto minaccioso. 
Il monastero di Evanghelistria a Nord Est
Ci andiamo in motorino ma in tutti i monasteri ci accolgono come se fossimo in pellegrinaggio a piedi: un dolce, un caffè, dell'acqua, le ciliegie. In moto giriamo tutta l'isola e visitiamo gli approdi. A Neo Klima vediamo ormeggiato un Beneatau italiano, la Città del Sole. Incontreremo i suoi proprietari da "Agnanti", ottimo ristorante e unico punto di vita della cittadina montana di Glossa. Francesco e sua moglie da 8 anni tengono la barca in Grecia, confrontiamo le nostre rotte e scopriamo itinerari in comune. Mi viene ,dopo, il dubbio di averli incontrati 2 anni fa ad Amorgòs, le barche forse si riconoscerebbero tra loro, le barche hanno migliore memoria dove noi tendiamo a dimenticare. 
Il melitzana imam di Agnanti.
Conoscono bene la Calcidica e le isole di Thassos e Samotracia. "Bellissimi luoghi, verdi, come qui", ci dicono. Verde. Io sarei stanca del verde, dei pini, delle cicale, dell'ombra. Sentiamo crescere in noi la voglia di sud. Ogni volta io e Giovanni tendiamo a girarci indietro, a guardare a sud a dirci reciprocamente che se ci gira, domattina, cambiamo idea e puntiamo sul centro dell'Egeo. Ma poi, il vento che continua a essere gentile, per lo più a regime di brezza allegra, ci convince a continuare la rotta nord. Ancora un po', poi si gira la prua. E le cicale stanno a guardare.

6 commenti:

  1. Trovata la vostra rotta...su a destra...!
    Posso essere sincera? Dopo aver letto e visto la barca sospesa nel nulla, con un bel sospiro mi viene solo da dire: "BEATI VOI!"

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  2. Grazie. Pensavo che ero stata io a non vederla.
    E che bella la carta geografica che avete usato.
    Come sempre impeccabili !

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  3. Come al solito la tua scrittura riesce a farmi vedere le cose come se fossi lì con voi....cabina di poppa lato sinistro, vicino la cambusa :)
    I pensieri della tua scalata al Monastero di S.Giovanni mi fanno pensare a quanto ti ha detto Simone ad Argostoli cioè che non hai ancora rimosso la tua vita precedente: lasciala perdere e goditi questa, le ingiustizie sono parte integrante dell'animo umano ci sono e ci saranno sempre!
    Anche questa volta ho curiosato sul web per conoscere le vostre mete, mi sento un po' stalker in questo :) Ho visto Maryl Steep a cena da Agnanti a Glossa (sito del ristorante), bel posto lo segno come uno di quelli da andare a provare :-)
    Kalimèra

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    1. caro Fernando, hai scelto bene la cabina: avresti solo la compagnia del gennaker, mentre in quella sul lato destro dovresti convivere con cuscini, bicicletta, raccolta differenziata immondizia, patate, cipolle, agrumi e parecchia altra roba ;-)

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  4. Ciao Francy, sono isole che mi mancano quelle, ma come dici tu, dopo un pò il verde stanca. Per curiosità, Hydra e Spetes le avete viste? Un bacio e Bv
    Pietro

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    1. ciao Pietro. Hydra e Spetses le vedemmo da terra una ventina di anni fa. In questi anni no, non ci siamo mai andati (ma sempre con la voglia di una puntata a Hydra). Quando passi Corintho tendi a perdere meno gradi possibile e al ritorno abbiamo sempre fatto rotta a sud del Peloponneso. BV a te, quando parti?

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