mercoledì 27 maggio 2015

L'evoluzione del distacco.

Chissà perché si parte sempre all'alba.
Noi, si parte sempre all'alba.
Come fuggiaschi nell'ora della disattenzione, senza mai alcuno a salutarci dalla banchina di Cala Galera, dal nostro posto Delta 13, quella che è ormai la mia cuccia d'inverno. Ad augurarci buon vento, a lasciarci il ricordo di un'ultimo volto di casa da portare in viaggio e da impaginare sulla copertina immaginaria di questa nuova avventura.
È un buon proposito la partenza alle prime luci del giorno, un conferire al nostro disordinato viaggiare - o forse dovrei dire disordinato vivere - una parvenza esteriore di metodo.
L'idea è quella di raggiungere Ponza all'ora del tramonto, buttare l'ancora prima del buio, chiudere la prima giornata del nostro viaggio come fosse una tranquilla giornata di lavoro.
L'idea non è malvagia ma, come tante idee, poggia le sue fondamenta su basi sempre un filo ottimistiche. Fare 125 miglia, partendo all'alba e arrivando al tramonto presuppone una velocità media di quasi 9 nodi, cosa che in una giornata di meteo stabile e generosamente tranquillo trasforma rapidamente l'idea in una vana utopia.
Non è che non lo sapevamo, lo sapevamo. Ma ci piaceva pensare che se ci avessimo messo del nostro anche gli altri elementi avrebbero potuto fare la loro parte. Anche la barca avrebbe potuto stupirci e regalarci quel 9 di media con punte di 10 e 11 senza la sofferenza di una burrasca.
E poi passare l'intera stagione a vantarci e a chiederci quale prodigiosa miscela l'amico Pier avesse usato come antivegetativa quest'anno.
Il bello delle utopie per mare è che cadono facilmente: il meteo stabile ci regala un po' di bonaccia all'inizio e una brezzolina molto leggera che con l'ausilio di randa e gennaker tangonato ci assicurano una velocità media non stupefacente ma confortante.
Insomma, all'una di notte del nostro primo giorno di navigazione del 5° viaggio di P'acá y p'allá alla volta dell'Egeo, buttiamo l'ancora nella rada dell'Inferno sulla costa est di Ponza. Velocità media 6,4, che considerati i lunghi tratti di quasi bonaccia, sono un ragguardevole risultato.
Giusto il tempo di recuperare un po' il sonno e si riparte. Stavolta non all'alba, la prua è su Stromboli e 180 miglia in 14 ore di luce è un'idea che neanche la nostra più fervida immaginazione riesce a sostenere.
Per la quinta volta, dall'inizio della mia nuova vita, affronto il distacco, quel momento sottile e iperattivo che separa ogni anno il mio semestre terrestre da quello marino, l'italico da quello ellenico. 
Richiamo alla mente i viaggi passati, il sapore del primo giorno, i pensieri, le aspettative, le ingenuità e i timori. 
Le cose cambiano, non tanto perché cambiano loro quanto perché cambi tu.
Non potrò mai più avere l'entusiasmo della prima partenza, la forza e i colori di quel primo distacco, quella inconsapevole voglia di novità legata alla curiosità e alla paura di scoprire come mi sarei sentita in una vita diversa. Mi sono sentita bene, ora lo so. Tanto bene da non poter più tornare indietro.
Ci sono cose che non imparerò mai, anche se me le sono scritte: è inutile portarsi dietro 20 magliette quando ne userai a stento 4; il fatto che i gavoni per la cambusa sono capienti non vuol dire che devi necessariamente riempirli, soprattutto dopo aver scoperto che le cambuse che hai fatto in passato hanno coperto anche l'intero inverno a seguire. D'altra parte dovrei sapere anche che 3 etti di liquirizia sono pochi per il mio fabbisogno e che in Grecia la liquirizia non si trova.
Ma, appunto, sono cose che ripeto sempre uguali, quasi fosse un modo di ritrovare le magiche incertezze della prima volta.
E ci sono cose che invece impari: che tutto ciò che lasci a terra deve essere ridotto all'essenziale, che tutto ciò che puoi annullare, sospendere, eliminare va eliminato. Lascia scadere l'assicurazione del motorino, la rinnoverai al ritorno, nel frattempo sarà in un garage e non si sentirà meno amato solo perché lo fingi morto. Chiudi una partita IVA ormai inutile, la riaprirai se è il caso, quando sarà il caso. Con un semplice click puoi dire cortesemente alla tua banca di non mandarti più comunicazioni via posta, tanto non le hai mai lette, tanto sono consultabili on line.
Ciò che invece lasci di affetti, si è ormai abituato alla tua assenza, o meglio, alla temporaneità della tua presenza. La tua vita a metà è diventata un po' anche la loro (Grazie mamma, grazie papà).
Uscire da una vita e entrare in un'altra delle mie è ormai facile e veloce come togliersi le scarpe e mettersi le pantofole. 
Il mare dà un grande contributo in questo: a poche miglia dell'ormeggio, gli occhi sono già rivolti alle isole da scoprire, l'anima ha giocato d'anticipo ed è già arrivata in Egeo. 
Lei sì che ha una velocità di crociera davvero stupefacente.

11 commenti:

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  2. che dire .... Con la speranza che un giorno seguirò paquita in acqua con Rikky 3 .... Un grazie a mio pà che giusto 10 anni fa esatti ha smesso di solcare questi mari e ha preferito solcare i cieli piu vasti ma che è riuscito a trasmettermi il piacere del bello e della libertà .... un grazie a te che riesci a trasmettere il senso del bello e di una libertà assoluta ..... Stupenda introduzione al Vostro 5o viaggio Fra, buon vento!

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  3. E anticipi i miei sentimenti. Sempre. Brava

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  4. Quando dicevo "scrivi" mi hai preso sulla parola :) Ricordati che la liquirizia fa alzare la pressione sanguigna ;) Buon Vento :)

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  5. All'alba. Come dalle trincee alle trincee l'assalto, per sorprendere tra sbadiglio e preghiera, si parte. Disordinato viaggiare, come il vivere, dici, ma il navigare è incombenza d'ordine e disciplina dell'anima, come lo scrivere; lo sai. Lasci gli affetti abituati, che abituati non sono, ma la nostalgia di loro conforta e sprona come la certezza dell'incertezza. Lasciar scadere gli obblighi a volte si può, altre si deve. Ma mai lasciarsi scadere che la deriva sempre minaccia l'atterraggio. Perchè si salpa per dare fondo e si affonda il ferro per poterlo domani recuperare a bordo nella ripetizione felice del gesto che vorremmo infinito. La prima partenza? Quell'emozione non si scorda mai, è vero, come la prima passione amorosa, ma è proprio l'ultima a farci vivere.
    Silverio

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  7. bello bello, comincio a navigare col pensiero insieme a Paquita . . .

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  8. Ciao sono mishel, ti seguiamo attraverso i tuoi racconti, bellissimooooo!!!

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