Continua il canto del vento. Qui però è un vento inventato, di base non ce ne sarebbe, non ce n'è, torna domani quello vero. Qui il vento è un dialogo tra la montagna e il mare, tra la terra calda e il mare più freddo. La barca, facendo perno sulla sua ancora sepolta sotto un metro di sabbia, compie escursioni in tutte le direzioni, talvolta resta persino ferma mentre due violente raffiche contrarie la investono contemporaneamente. Di notte ha compiuto un ballo nervoso, accompagnato dal fischio petulante del vento, anzi no, della montagna che si finge vento, e dai suoi più prosaici rumori di ferro e cordame quando l'ancora andava in tensione. Andando a prua per regolare quel tanto da eliminare i suoi lamenti, sentivo l'acqua polverizzata sulla pelle e la netta sensazione che in testa d'albero fosse invece una notte tranquilla.
Ci sono posti in cui è protagonista la superficie del mare che, come un libro scritto bene toglie attenzione a tutto il resto.
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