venerdì 9 settembre 2016

Prua a ovest. (L'est era finito.)

Mentre mi rendo conto che in qualche maniera è iniziato il ritorno, dentro di me fa capolino la sensazione che, quest'anno, potrei continuare all'infinito a considerare ogni isola il giro di boa. 
Con la voglia di acciuffare l'estate per la coda sono arrivata a Kastelorizo, ultimo piccolo scampolo di terra greca in atmosfera mediorientale. E che estate: brezze termiche, cielo terso e un sole accecante che qui è dipinto per almeno 250 giorni l'anno, forse di più, sicuramente di più. Acqua del mare a 28 gradi, con le tartarughe che nuotano beate indifferenti alla nostra presenza. 
L'altra sera, nel silenzio settembrino della rada di Agios Georgios, nel pozzetto di una barca amica a vedere "Mediterraneo", avevo tanta di quella filosofia greca moderna sulla pelle da sentirmi a casa, senza più voglia di muovermi ma consapevole di quelle 1.200 miglia ancora da fare, che poi diventeranno 1.500, 2.000, chi lo sa, se non la smettiamo di fare zig zag.
A questa sensazione bella ma inquieta e confusa di un viaggio senza rotta, senza programmazione e senza soluzione di continuità, oppone una materna resistenza il creare appuntamenti. Con Paolo e Sonia a Kastelorizo, con Lisa che arriva a Rodi e si ferma dieci giorni con noi - o meglio, si muove con noi - con Alessandra e Domenico da incontrare da qualche parte in questo mese in cui la Grecia è per pochi. Socialità che restituisce normalità e in qualche modo regala quiete, uno scambio di brevi parole e sussurrate risate prima del lungo e solitario viaggio di ritorno. 
Avevo detto che era già cominciato il ritorno? L'ho detto tante volte e chissà quante altre ancora. 
Intanto si viaggia, si naviga, si vive.

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