domenica 22 giugno 2014

Verso Kythnos, momenti di anarchia.

Questa non è una democrazia, le acque in cui navighiamo sono soggette a un regime totalitario di quelli più efferati e intolleranti: questo è il regno del Meltemi.
È lui la forza della natura che tutto decide, gli altri elementi si adeguano, si piegano, a volte sembrano combattere ma perdono sempre. La vita, nel regno del Meltemi, ruota tutta intorno a lui: le case vengono costruite pensando a lui, le persone camminano con quell'inclinazione spontanea automatica per contrastare la forza del vento. 
Il mare è a suo modo disteso, sa sempre cosa fare, dove andare, quanto alzare la voce. Sa anche calmarsi velocemente e altrettanto velocemente ripartire di slancio. Nel regno del Meltemi, il mare è uno scattista.
Il cielo sopra di noi non ha mai dubbi: è terso, azzurro, spaccato in due dalla luce del sole. Ride e sorride, da giugno a settembre non si vede una nuvola e non piange mai il cielo quassù.
Le terre sono attrici disciplinate: è stato dato loro un ruolo e lo rispettano. Alcune, quelle geneticamente dotate di un carattere spigoloso, sono le ancelle più fedeli del Meltemi, le sue armi più spietate. Si chiamano Ikaria, Creta, Amorgos, Kos, Rodi, Karpathos e Kassos. Son le traditrici che colpiscono alle spalle: si fanno riempire le braccia dal Meltemi e poi partono in schiacciata trasformando quella forza in raffiche violente. Ma anche loro, anche le terre, stanno semplicemente facendo il loro mestiere.
Tutti si muovono secondo un copione molto ben scritto e prestabilito. Uno comanda, gli altri sostanzialmente accusano il colpo e attaccano l'asino dove vuole il padrone.
Per "asino" possiamo, sì, tranquillamente intendere la categoria dei navigatori che ogni anno si illudono di trovare la ricetta giusta per domare il tiranno.
Ma questo scenario - ormai tanto conosciuto da essere da noi quasi atteso come rassicurazione sulla stabilità delle cose - non è quello che ci troviamo davanti quando lasciamo Hydra in direzione di Kythnos. Da sempre, come tutti gli altri elementi locali, abbiamo imparato ad assecondare Eolo e andare dove ci porta con l'angolo migliore. In ogni caso, anche quando le previsioni sono bonarie. Via verso Kythnos quindi con una brezza da Ovest che dovrebbe rinforzare a Nord Ovest. E invece no. 
Che fine ha fatto il Meltemi? 
Questo vento non lo è sicuramente: salta di 180° insicuro e indeciso come il nostro tiranno non potrebbe mai essere. Abbiamo davanti l'Egeo in latitanza di Meltemi. E' quell'esperienza rara che sulle carte sembra un colpo di fortuna e dal vero invece ti fa capire che le certezze hanno un loro grande valore. Quando il Meltemi latita, sono le terre a determinare tutto. Dispettose e anarchiche giocano con le brezze gentili, le manipolano, competono tra loro a colpi di racchetta. 
Il mare dal basso si agita, solleva il manto salato e sembra dire "Aho, mi spiegate che devo fare?". Un po' d'onda da nord ce la mette, quella sta sempre bene. Ma a furia di spinte, ne alza un po' pure da Sud Est. Le terre a furia di litigarsi quel poco di vento, lo stritolano, lo annientano, poi si distraggono e gli scappa via tutto insieme. 15 nodi da nord, poi 3 da sud, 20 nodi da Est, poi 0. 
Il mare, in tutto, questo impazzisce: "Voglio un piano preciso, e che diamine!" sbraita alle terre impertinenti. "Ma insomma, chi comanda qui?" e quelle gli ridono dietro.
"Dillo a me..." gli risponde solidale il cielo che si è svegliato con uno sfogo di nuvole in faccia che neanche ai tempi dell'adolescenza e delle patate fritte: cirri, cumuli, ossi di seppia, un campionario da far felice un meteorologo.
Hydra, Kea, Ag. Georghios scoppiano a ridere: "È l'occupazione, bellezze".
Nel nostro piccolo, mentre regoliamo, ammainiamo e alziamo vele, accendiamo e spegnamo il motore, modifichiamo la rotta e balliamo il tango tra le isole, io faccio volare lontano la mia fantasia.
La piccola chiesetta di Ag. Ioannis a Ag Stefanos
Poco più a nord, al tempio di Poseidon a Capo Sounion c'è una riunione d'urgenza del Comitato Olimpico. Tutti chiamati a raccolta, gli dei, per questo evento straordinario che in un regime organizzato appare come una ribellione da sedare immediatamente. Ognuno con il suo ruolo, ognuno con le sue carte a difesa della sua posizione e del suo operato. Poseidone e Eolo sul banco degli imputati, Gea, la terra, la vera responsabile di tutto, è imperscrutabile e austera. "Ricordatevi che siete tutti figli miei e portate rispetto" sembra dire. Urano che dai tempi dell'evirazione, non si avvicina a Gea, resta in disparte, offeso e pronto ad attaccare. Ermes, da bravo capo ufficio stampa, è pronto ai blocchi di partenza, al primo cenno di Zeus è pronto a partire e impartire ordini a destra e manca. Afrodite se ne sta tranquilla in un angolo a passarsi lo smalto sulle unghie: oggi è solo spettatrice, comunque vada l'Amore non perde mai.
Il paesino di Loutro all'alba
Finalmente arriva Zeus, il chiacchiericcio si placa. Con la sua voce autorevole e tonante esplode "Che diavolo succede laggiù? Che è sta caciara? Eolo, il Meltemi che sta facendo, dovrebbe essere di ruolo da un bel po', non si sarà mica messo in malattia?" e guarda Ermes pronto a chiamare il medico per una visita fiscale.
Eolo se lo aspettava, si alza apparentemente tranquillo, inforca gli occhiali, gonfia le guance e con l'aiuto delle sue carte, si lancia in un'invettiva difensiva che ha preparato da tempo.

"Ragazzi, ho fatto di tutto in questi mesi per prendere tempo e tentare di calmare gli animi ma in tutta franchezza non mi sento di condannare il Meltemi, sul cui carattere testardo non sto qui a dettagliare visto che è noto a tutti. Va bene che c'è la crisi, ma il taglio degli investimenti sul mio ministero ha fatto sì che non solo sono 10 anni che questo cristiano non vede un aumento di stipendio ma ora addirittura gli abbiamo messo dei limiti alla nota spese, gli abbiamo tagliato il personale e nessuno ha mosso un dito per difendere la sua immagine in Grecia e all'estero. Tutti i naviganti a maledirlo, addirittura lo chiamano il bastardo e qui lasciamo fare, si sente solo e perseguitato e ha anche un po' ragione"
"Oh santi numi, ora pure questo tira fuori la storia della macchina del fango contro di lui?" si spazientisce Zeus. 
La vasca termale naturale a Loutro
"Dovrebbe passare meno tempo su FaceBook e più a fare il suo lavoro. Altro che aumento di stipendio, io questo lo caccio a calci in culo e vado in Italia a comprare la bora".
Eolo balbetta, Zeus è sempre Zeus e forse il suo approccio è stato troppo diretto: "Ci sto parlando, datemi tempo, certo un piccolo bonus aiuterebbe…" 
Sistemato Eolo, Zeus si volta verso Gea e modifica il tono "Nonnina però pure te…. lo sai che la collaborazione è tutto… che stanno facendo quelle disgraziate di isole?"
Gea, senza alzare gli occhi dal lavoro a maglia, risponde rasserenante "Zeus, son ragazze, lasciale fare, un po' di disordine non ha mai fatto male a nessuno" poi alza gli occhi al cielo e velenosamente dice "E poi dillo a tuo nonno, Urano, che se non continuasse a seminare nuvole sopra le terre, riuscirei a farle ragionare".
Zeus glissa diplomaticamente e si rivolge a Poseidone: "Possibile che tu sia così volubile? Non riesci a ignorare le terre, le nuvole, l'assenza di vento e gestire la cosa anche solo per forza di inerzia così come deve essere? Per tutte le Acropoli, son secoli che in questa stagione vai nella stessa direzione, non hai imparato nulla?"
Una rampa di carico in disuso a Loutro
Ahia, Poseidone è permaloso assai, lo sento agitarsi sotto la chiglia, ci manda un treno di onde da prua che a Paquita non piacciono per niente mentre sulla difensiva risponde al grande capo "Guarda che non posso farci niente, da sempre il mio è un Ministero senza portafogli, hai fatto in modo che non avessi una mia autonomia e ora mi venite a dare la colpa di questo caos? E no, rifiuto ogni addebito e mi riservo di querelarvi tutti".
"Annamo bene….", sussurra Afrodite dal suo angolo "Qui si fa notte, tocca chiamare la baby sitter per Cupido..."
Zeus fa marcia indietro e tenta di placare gli animi. 
"Ok, capisco che avevate tutti bisogno di uno svago e di un momento di ribellione. Niente di grave. Però mi preoccupo per quei poveretti su quei gusci di noce in mezzo al mare. Già c'è la crisi, gli idioti del governo umano che hanno ventilato una nuova tassa nautica, lo volete capire che è dal turismo e solo dal turismo che questo Paese può attingere risorse per uscire dalla crisi? Io vi avverto: se ne sbagliamo ancora una, qui finisce che andiamo a casa tutti."
P'acá y p'allá all'ancora a Agios Stefanos
Giovanni mi dice "Ma a che stai pensando? Guarda, poche miglia e ci siamo, sta migliorando, il mare si è disteso. Certo che senza Meltemi, questo mare non è lo stesso mare, eh?"
La bella Kythnos ci accoglie, il cielo sopra di lei è sgombro di nubi, il vento sembra essersi assestato da nord ovest a regimi bassi. Mi sembra di sentire il Meltemi che capitola "Vabbé, però, non mi chiedete di fare gli straordinari, quest'anno minimo sindacale, io!"
Facciamo rotta sul porticciolo di Loutra, piccola e antica stazione termale, oggi decadente che ha una bella vasca naturale di acqua bollente sulla spiaggia. Il tempo di vedere l'Italia perdere una partita e ci spostiamo ad Agios Stefanos, dove, qualcosa come 60 anni fa, quasi naufragò e trovò riparo Goran Shildt, l'autore di "Vent'anni di Mediterraneo", opera delle opere nella letteratura di navigazione. 
sulla spiaggia di Agios Stefanos
Il paesino di Agios Stefanos è meno isolato di allora e nessuno ci corre incontro. Ma mentre cammino lungo la riva, gli anziani seduti all'ombra dei loro portici sorridono, mi salutano in tutte le lingue che sanno e ridiamo insieme. Siamo in uno di quei posti molto greci, tranquilli e rilassati, imperturbabili, impermeabili al tempo che passa. Ci allontaniamo dal continente e la Grecia migliore ci dà il benvenuto.

Alla faccia degli dei dispettosi.

3 commenti:

  1. è proprio il caso di auguravi "Buon Vento", allora :)

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  2. Ecco, non esagerare però. Anche meno di 40, please :-)

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  3. Cari F e G,
    ben ritrovati !
    Intanto qui infuria la tempesta...e a me piace vedere da lontano il mare agitato e bianco di spuma e sentire il vento che scuote gli ulivi, i limoneti, le palme, mentre sono al sicuro e al calduccio in casa.
    Ma soffro ad immaginare un Egeo senza Meltemi...
    Tranquilli, presto faremo a cambio !
    Buona navigazione
    Vicky napoletana

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