mercoledì 3 giugno 2015

E l'italia vola via.

Per la quinta volta scendiamo l'Italia e per la quinta volta ci lasciamo l'inesplorato intorno. Quando l'Egeo chiama non c'è spazio per altre sirene, quasi a non voler rischiare di essere trattenuti altrove. 
Un giorno sarebbe bello perdere un po' di tempo e fare il giro della Sicilia, andare a ovest prima di andare a est, regalare all'Italia un po' della nostra mezza vita greca. Un giorno, appunto. Non ora. Forse mai, perché quando ripeti per la quinta volta lo stesso itinerario del cuore un motivo inizi a pensare che ci sarà. Non voglio toglier nulla alle nostre bellezze italiche che per altre vie e per altri mezzi già in parte visitai: non è la terra, né la bellezza in quanto tale che mi chiama a sé ma lo spirito, le genti, l'atmosfera.
L'anima si guarda intorno e dice "scusate, sarà per un'altra volta, ora devo andare a casa."
Il meteo consiglia una sosta di un giorno a Lipari prima di entrare nello Ionio e seguiamo i suoi consigli. Nel frattempo gli amici Ugo e Francesca organizzano in tempi record la presentazione del libro allo Yachting Club di Crotone. Avvertiti con sole 48 ore di anticipo e l'incognita del condizionale tipico dei marinai:  "Dovremmo essere lì per sabato sera."
Non arriva risposta mentre navighiamo verso di loro, penso che si tratti di un tacito e comprensibilissimo "bella mia, per i miracoli non siamo ancora attrezzati".... 
E invece no, la serata allo Yachting di Crotone è l'ultima presentazione della stagione e forse la più bella di tutte. Con tanto di televisioni, istituzioni locali, gente di mare e di terra presenti, pur convocati all'ultimo minuto. Nessun miracolo, semplice operosità dei Crotonesi per cui "non esiste il non si può fare, ma solo il si può fare, vediamo come" come mi spiega Ugo. 
Presentazione di Rotta Verso l'Egeo allo YKC di Crotone
Una platea calda e calorosa, appassionata, vivace. Il mio ultimo contatto con l'Italia a Crotone rende nobile il ricordo del mio Paese da portare con me. Come sempre, ancora una volta, cerco di far capire che non è il coraggio la nostra dote, cerco di togliere eroismo alla nostra scelta perché detesto gli eroi contemporanei, soprattutto gli uomini viziati che si spacciano per eroi. Non siamo noi, non ci somiglia quest'immagine. Non compiamo imprese, non sogniamo record, non abbiamo nemmeno un traguardo. Siamo solo persone che hanno compiuto una scelta e hanno avuto la coerenza di accettarne le conseguenze. Ma soprattutto abbiamo avuto l'opportunità di fare questa scelta. Tutti i miei tentativi, ancora una volta, falliscono. Gli occhi in platea sognano e, alla fine, quasi tutti mi fanno i complimenti per il coraggio di aver mollato tutto e preso il mare.
Ok, mi arrendo: chiamiamolo coraggio se volete, ma allora coniamo un termine più nobile per chi ogni giorno affronta la fatica di vivere, quelli sono gli eroi.
Ma prima di Crotone, l'Italia ci regala una bella emozione nello stretto di Messina. Mentre voliamo giù con la solita fortuna di un bel vento a favore, vele aperte a farfalla col fiocco tangonato, velocità di 11 nodi, incrociamo un mastodontico palazzo del mare, una nave crociera Costa. No, ovviamente non è questo il regalo.... Un paio di centinaio di metri dietro la poppa del mostro, a una decina di metri da noi, c'è un grande affare quasi fermo e semisommerso. "Balena!!!!"
Quando una balena più grande della tua barca è a dieci metri da te, le emozioni si accavallano: una parte di te pensa solo "Dio, che bello, speriamo si avvicini"; l'altra, quella sana, pensa "Dio, che guaio, speriamo non si avvicini". Ma di entrambe le parti di te, lei se ne frega, sta facendo l'idromassaggio nelle correnti dello Stretto, è il momento della giornata che dedica a se stessa. E poi, se avesse voluto dare spettacolo, avrebbe scelto l'audience maggiore, quei 5.000 a bordo del Costa Crociere, mica si mette a fare una performance per una barca, due marinai, un tender e un vaso di basilico, no? 
Siamo troppo invelati e veloci e forse anche troppo combattuti sull'opportunità di avvicinarci noi. Siamo anche talmente emozionati da dimenticare di immortalare l'evento. Restiamo così, noi veloci, lei più lenta spinta solo dalla corrente, la guardiamo allontanarsi. Sbuffa un paio di volte e poi va giù, tirando fuori la sua magnifica, imponente e fumettistica coda.
Una balena ti fa pensare diversamente al mare, come se gli regalasse una dimensione diversa, meno liquida, più consistente. Una balena ti resta dentro, ti ricorda che il mare è vivo, è vita, è dimensioni variabili, è profondo.
Nella traversata da Crotone a Cefalonia, sotto una luna piena che rende diurna la navigazione notturna è questo quello a cui penso: il mare sotto di noi, intorno, ovunque. È l'ultima delle lunghe navigazioni per questa stagione, l'ultima notte in mare aperto, probabilmente, poi avremo sempre terra intorno. Guardo la superficie, bella, pulita, solo lievemente increspata dal vento. Penso ai disastri che l'uomo sta compiendo sul mare, penso all'isola di plastica da qualche parte del pianeta, penso ai documentari sull'estinzione in mare..... ma vince lui, stanotte è chiaro. Vince lui senz'altro.
"Parakalò, parakalò, parakalò" Strilla sul canale 16 l'annuncio degli avvisi ai naviganti. 
Sorrido. Ciao Italia, la tua bandiera si sposta a sinistra, faccio spazio alla Grecia.

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