Halki e la piccola Alimia sono due isolette a meno di 5 miglia a nord ovest di Rodi. Ma forse non se ne sono accorti, oppure sono venute fuori dal mare all’improvviso quest’estate e ancora la notizia non si è sparsa. Intendiamoci, la desolazione di Gavdos e di tutta Creta è altra cosa ma anche qui, incredibilmente, il turismo è molto poco aggressivo.
Alimia è terra rocciosa totalmente disabitata, ha una grande doppia baia molto chiusa al mare dove regna una tranquillità assoluta. Con noi in rada un paio di caicchi e altre due barche a vela. Ci ancoriamo con la cima a terra a un moletto di pietra, Giovanni va a controllare l’ancora e scopre il relitto di una grande barca a motore ancora intatta adagiata su un fianco, al suo interno saraghi fasciati di diverse taglie hanno messo su casa. Cerca di convincermi ad andare a dare un’occhiata ma il fondale è troppo alto per me, mi faccio forza e nuoto in quella direzione ma quando vedo il fondo scendere e il blu davanti sento la musica de “Lo Squalo” e faccio rapidamente dietro-front.
La scena della testa senz’occhio che fa capolino da un oblò del relitto nel film mi torna in mente in maniera precisa e segna inequivocabilmente la mia serena rinuncia a questa visita, mi accontenterò della descrizione.
Arriviamo ad Halki e scopriamo che Emborios è uno dei paesini più belli di tutta la Grecia. È una Simi in miniatura, solo più curata, intatta e molto più tranquilla. Corro a vedere le descrizioni di Heikell e di Magico Egeo immaginando di trovare qualcosa del genere “Scoprire Halki è come trovare una rosa bianca in una piantagione di te” e, sospiro di sollievo, scopro che entrambi si sono astenuti dalla metaforizzazione di quest’isola. Anzi, direi che non la enfatizzano affatto, Heikell addirittura la definisce una Simi modesta.
Io ad Halki invece andrei a viverci, in una di quelle belle casette sul porto con terrazza sull’acqua e scaletta per fare il bagno, o più in alto in una delle casette colorate nelle viuzze ombrose che salgono sulla collina. Un’isola a dimensione d’uomo, una mezza dozzina di ristoranti sul porto, un pontile galleggiante a T che ospita una decina di barche, un grande molo per il traghetto sproporzionato che arriva la sera.
Halki è sulla linea Pireo –Kalimnos – Kos – Rodi, ma è anche collegata con Karpathos e Creta. Quella che arriva, annunciata da un suono di sirena che fa tremare tutta l’isola, è una nave di oltre 150 metri a 5 piani che qui dentro questa piccola baia fa davvero impressione, soprattutto a noi che ce la vediamo far manovra proprio sulla prua della nostra barca al pontile. Se gli si rompe l’invertitore facciamo la fine dei pomodoretti san marzano che attraversano l’autostrada del sole (“stai atte’….” Dice un pomodoretto, “che hai de…” risponde l’altro prima di essere spiaccicati a terra).
Halki una volta contava una popolazione di 7.000 abitanti, di cui la maggior parte è emigrata in Florida agli inizi del 900. Si dice che sull’isola vivono 14 specie di farfalle, oltre 40 specie di uccelli e 6.000 capre, queste credo le abbiamo incontrate tutte. Guardando la carta decidiamo che, anche se il caldo è notevole, non possiamo perderci una camminata fino all’antica Chorio e da lì al Castello dei Cavalieri di San Giovanni.
La prima parte però la facciamo col taxi, dico io, visto che dove c’è una strada carrozzabile andare a piedi e da reazionari, no? 10 euro per 4 chilometri in salita a tornanti che giuro se me ne chiedeva 20 glieli avrei dati lo stesso. La seconda parte, l’arrampicata fino al castello convince anche Giovanni che quei soldi sono stati ben spesi. La vista da lassù è bellissima e se pur troppo lontana per essere chiaramente visibile, scorgiamo la nostra barca ad aspettarci al pontile. Torniamo al porto a piedi e ci perdiamo un po’ per le viuzze lastricate di pietra, regalo sembra degli ex isolani emigrati in Florida.
A pochi passi dalla nostra barca, fuori dal piccolo market sul porto, fa la guardia un grande falco della regina. Con i suoi occhietti gialli ci guarda perplesso, noi ricambiamo con pari stupore. Al tramonto, due coppie vengono sul pontile ad ammirare P'acá y p'allá, il proprietario del grande Sun Odissey accanto a noi sembra piuttosto seccato, si chiede probabilmente come mai siamo tanto più belli di lui. Godiamo di questi momenti come neanche la mamma di Cicciobello poteva godere.
Tutto vero! Sono due isole bellissime e la navona gigante arriva tutte le sere! stesso spettacolo anche per noi. Consiglio sosta a Pserimos e Plati
RispondiEliminaMa una fotina al Falco della Regina no?
RispondiEliminaCattivi.
Io ci andrei solo per le 6.000 capre che, dopo i gatti e con le oche, sono i miei animali preferiti.
Co
coco', ora che lo so, corro sulla spiaggia ne acchiappo una e te la porto! bianca e nera va bene?
RispondiEliminaMi prenoti un tavolo (vista mare, ovviamente) alla Taverna Maria? Scaldo i motori del Falcon e arrivo...
RispondiElimina:)
sarebbe in perfetto pandan con il gatto.
RispondiEliminati bacio tanto