Lasciare Halki è un po’ una elaborazione del lutto, ma si riesce a farlo più facilmente se si dirige verso Tilos. La navigazione è con vento medio che per l’occasione viene gentilmente ed eccezionalmente un po’ da Sud, tanto per aiutare la nostra risalita. Nelle cale di Tilos non incontri nessuno, le barche a vela che passano di qui sembrano interessate solo a un ormeggio nel porticciolo di Livadia o all’ancoraggio nella tranquillissima baia antistante.
Buon per noi, il mare è bellissimo, acque limpide, fondali fantastici, spiagge di ciottoli colorati. Il porticciolo ha solo una decina di posti, riusciamo a aggiudicarcene uno arrivando nel primo pomeriggio. L’ormeggiatrice è una signora estremamente competente, ti accompagna all’ormeggio da terra come un direttore d’orchestra, conosce alla perfezione la sinfonia del fondale e il ritmo delle correnti. Quasi quasi, ti vien voglia di farle un applauso. Subito dopo, appena ormeggiato, ti vien voglia di scappare: il caldo oggi è inarrestabile.
Aspettiamo le 6 per fare la nostra escursione a Megalo Chorio che vorrebbe dire grande città e che concretamente consiste in un piccolo borgo di casette bianche fatiscenti arrampicate sulla montagna. Ci arriviamo con l’autobus che ovviamente ti lascia ai piedi della cittadella e dopo 10 minuti abbiamo visto tutto ciò che c’è da vedere, l’immagine chiave che porto con me sono due anziani signori nella loro terrazza con vista 5 stelle sul mare intenti a bere una tazza di tè circondati di fichi d’india e melograni.
Vorrei chiedergli cosa ne pensano dell’effetto serra e delle domeniche a piedi, tanto per vederli ridere alla faccia nostra. Visto che oggi, causa autobus, non abbiamo camminato abbastanza e soprattutto che quello per tornare in porto passerà solo dopo 2 ore, decidiamo di camminare fino a Agios Antonios, un porticciolo sulla costa nord.
Per chi dovesse seguire un giorno le nostre orme, non fate come noi, scegliete il sentiero a mezza costa dalla sommità del paese e non la strada asfaltata a valle, più panoramico, più fresco e, come ho già detto, a camminare su un sentiero ci si sente meno idioti che a farlo su una strada carrozzabile. Il porticciolo Agios Antonios è l’essenza della Grecia: un caffè sotto i platani e gli eucalipti, 4 tavolini, uomini che giocano a backgammon. Al molo qualche barca di pescatori e un piccolo caicco.
Ci guardiamo il tramonto aspettando il nostro autobus che arriva con 20 minuti di ritardo ma per fortuna passa visto che la strada è completamente buia, oltre che lunga. Tilos è un’altra delle isole della Grecia che sembra sostanzialmente dimenticata dal turismo, un’altra isola da non perdere, quindi.
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