giovedì 4 agosto 2011

Creta - Agios Nicholaos. Vita da marina.


Pagheremo cara questa deviazione a Agios Nicholaos, il meltemi arriva mentre siamo qui e dimostra che tutto quanto abbiamo visto prima erano solo brezze e fenomeni locali. La prima cosa su cui riflettere è che non mi dovevo dispiacere per gli amici italiani che alla fine di luglio hanno avuto perturbazioni, pioggia e cali drastici di temperature. Quel generoso pensiero solidale nei loro confronti (nei vostri confronti) era assolutamente mal riposto visto che era probabilmente grazie a quell’instabilità sulla penisola italica che noi potevamo ancora goderci un mare sostanzialmente tranquillo. Il meltemi infatti, come mi spiega Giovanni, nasce dalla contrapposizione dell’alta pressione sul mediterraneo occidentale con una bassa pressione sulla turchia, come due ruote di ingranaggi che si muovono in senso contrario e si incontrano proprio al centro dell’egeo. La combinazione di questi due fenomeni, piuttosto consolidati in estate, provoca il famoso vento settentrionale che flagella il mare Egeo. E senza soste, direi. Ben diverso dal nostro maestrale, il meltemi sembra non andare mai a dormire, non è neanche Eolo, è il fratello indemoniato di Eolo. Questo qui, non bisognava bocciarlo in terza media, andava proprio ammazzato da piccolo.
Quindi le 30 miglia percorse in direzione contraria alla rotta per arrivare a Agios Nicholaos, sono 30 miglia da percorrere nuovamente che si aggiungono a quelle che mancano fino al ridosso turco dove il meltemi si acquieta fino a diventare quasi assente. La sosta ad Agios Nicholaos quindi diventa forzatamente una sosta lunga. Di solito nei porti, cerchiamo di fare velocemente tutto quel che dobbiamo e poi ripartiamo, non ci capita mai di fare vita da marina. Anche questa però è un’esperienza. Oltre a fare il cambio d’olio del motore e filtri, rifornimento carburante, laundry a tutto spiano, resta il tempo persino per il parrucchiere. Dopo un’attenta analisi del mercato, la scelta cade su Niki Foraki Kommoteriou (l’ultima parola sta per parrucchiere). Lascio Giovanni al piano di sotto per il suo taglio e io seguo Niki al piano di sopra per i miei colpi di sole. Adesso, comunicare su una materia specifica come i colpi di sole con una parrucchiera che non parla altra lingua oltre al greco, non è proprio cosa facilissima. Nel mio lavoro, ho imparato che  non è tanto importante il messaggio che invii quanto il messaggio che viene recepito. Avrei voluto dirle di farne pochi, molto naturali e soprattutto che per almeno 3 mesi non avrei visto un altro parrucchiere a rafforzamento delle due indicazioni suddette. In pochi istanti ho capito che le mie indicazioni non avevano alcuna possibilità di giungere inequivocabili al mio interlocutore e che il darle avrebbe potuto inibire lo stesso portandolo fuori strada. Quindi, ok Niki,  do as you like.  Per l’ora successiva ho assistito inerme al pitturare le mie chiome a ciocche alterne, una con una poltiglia azzurro polvere, un’altra con una melmetta verde argilla. Ma Niki mi aveva fatto vedere una foto d’esempio su un giornale e l’effetto finale è stato assolutamente identico a quell’immagine. Brava Niki, ho deciso che d’ora in poi verrò a Agios Nicholaos a farmi i colpi di sole.
Facendo occasionalmente vita da marina, ti accorgi che la maggior parte dei lungo-naviganti come noi, fanno normalmente vita da marina. Ovvero, i porti sono per loro luoghi dove la barca viene lasciata annualmente, loro la raggiungono per un paio di mesi 2 volte l’anno, fanno un giro lì intorno e la riportano lì, poi magari l’anno dopo cambiano porto. Li vedì che stanno quasi sempre  nel loro pozzetto, la maggior parte sono inglesi, ti sorridono e salutano quando passi davanti alla loro barca e puoi star certo che ti hanno notato, hanno guardato con attenzione ogni particolare della tua, sono lì, non invadenti ma disponibili, pronti a scambiare una parola con te non appena accenni a un sorriso. Qui penso a papà e a quanto aveva ragione quando diceva che la cosa importante era studiare le lingue (voleva facessi l’interprete…. Se proprio non avessi gradito entrare in banca e io che ho fatto? La pubblicitaria…., andrebbe tolto il libero arbitrio fino ai 30 anni). Capisco e so farmi capire in inglese, lo parlavo benino a 20 anni ma da allora non l’ho usato poi molto. Giovanni invece praticamente nulla. E in questi casi è un peccato, perché quando chiedi o dai informazioni ti basta capire e farti capire, ma quando vuoi conversare, lì ti accorgi di quanto sia limitato il tuo vocabolario e ne soffri. Le lingue hanno milioni di sfumature e tu ti ritrovi invece a descrivere cose e luoghi utilizzando sempre gli stessi termini, se parlassi così in italiano ti sembreresti una povera oca scema, quelle che dicono sempre “Bellissimo” e che ridono tanto per coprire le lacune della comprensione. 
Grant che viene dal Galles è nostro fratello di Grand Soleil, il suo è un po’ più grande e parecchio più vecchio, si chiama Mona Lisa e ha un bellissimo scafo blu. Grant sta per partire in aereo per tornare a casa, ritornerà in ottobre e farà il giro di Creta. Gli decantiamo le lodi di Creta Sud e Gavdos e fin qui tutto bene, ci capiamo.   
Ci chiede se, visto che non ci sono molti marina, ci sono comunque posti dove puoi scendere a terra e trovare una taverna sulla spiaggia. Perché, come dice lui,  è una disgrazia quando a bordo non c’è la cocaina….. in realtà ha detto “quando a bordo non c’è chi cucina” ma, appunto, questo è solo un esempio di quanto se avessi dato retta a papà invece che ai carosello,  oggi farei meno figure di merda.
Che fai, sei  a Creta e non vai a vedere Cnosso? E certo che ci siamo andati, abbiamo affittato una macchina e via verso Iraklio e Cnosso. Ci siamo andati eccome, abbiamo visto un grande parcheggio pieno di auto e di pullman, poi una fila lunghissima di persone davanti all’entrata e abbiamo detto che magari a Cnosso ci si torna un’altra volta, magari a novembre. Ecco dove stavano tutti i turisti a Creta, a Cnosso.
Però il museo archeologico di Iraklio l’abbiamo visto, o almeno il piccolo settore aperto visto che la parte più grande è in ristrutturazione da anni, ed era davvero bello. Siamo stati anche a Elounda e Spinalonga, le località dei resort di lusso. 
E vicino a Iraklio, c’è il più bell’acquario del mediterraneo orientale,  dove mi sono chiesta se al mondo ci sono più esseri umani o più macchine fotografiche. Credo di essere stata l’unica a non averne una. 
Mi rendo conto che molte persone non guardano più, fotografano o filmano. L’obiettivo è una propaggine del loro occhio, non riescono più a guardare qualcosa senza indossarlo. Ed è così che il viaggio se lo vedono da casa, al ritorno. Brutta roba, secondo me.

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