giovedì 26 luglio 2012

Serifos. Isola del ferro, tra i primi esempi di rivolta sindacale.

Leggenda narra che il re di Argo, Acriso, venne a sapere dall’oracolo che non solo non avrebbe mai avuto figli maschi ma anche che un giorno sarebbe morto per mano del figlio di una delle sue figlie.  Lui ci provò in tutti i modi a deviare il corso del destino, segregando la giovane Danae in una torre. Ma quando il destino sembra controllabile, ecco che arriva Zeus nella sua attività preferita: procreare con le giovani umane. Appena nasce il piccolo Perseo, il caro nonno Acriso non ci pensa due volte a rinchiudere figlia e nipote in una cassa e gettarli in mare. La scatola viaggiante derivò fino a Serifos (si dice grazie all’aiuto di Zeus ma secondo me quello stava già pensando ad altro, io dico che ci ha pensato Eolo), dove il solito buon pescatore la raccolse e salvò loro la vita. 
Poi un altro despota, il re dell’isola, creò loro qualche altro problema imponendo al giovane Perseo di portargli la testa di Medusa, impresa impossibile, sembrava.  Ma il giovane semideo, abbondantemente aiutato da altre divinità, se la cavò egregiamente e tornò con la testa serpentata della Gorgona. 
Oltre che per questi fatti mitologici, Serifos è rinomata per essere l’isola del ferro. Noi, nel nostro piccolo, abbiamo trovato una spiaggia d’oro a Kalo Abeli e, a nord dell’isola, una d’argento. Ovviamente, l’oro non era oro e l’argento non era argento, altrimenti saremmo rimasti lì. Ma guardando sott’acqua con la maschera cogli questi bagliori nei granelli di sabbia.
Proprio per il minerale di cui questa isola è ricca, nei primi anni del secolo scorso vi fu un regime durissimo di sfruttamento delle miniere e dei minatori, che morivano numerosi a causa delle pessime condizioni di lavoro. Le morti bianche ma, visto che si trattava di ferro, non credo le avessero chiamate così. Il primo sciopero greco, ebbe luogo proprio a Serifos nel 1916 ed ebbe un discreto successo, pur essendo un moto spontaneo e facendo a meno di CGIL, CISL e UIL. O forse proprio per questo. Negli anni 60 le miniere vennero chiuse e oggi restano scheletri abbandonati a testimonianza. E spiagge d’oro e d’argento.
Oggi l’isola di Serifos, con una delle Chore più suggestive delle Cicladi, è quieta, accogliente, tranquilla e gradevole come tutte le isole greche che, pur essendo facilmente raggiungibili da Atene, restano incredibilmente, per lo più, dimenticate.
Seppure…. c'è sempre un seppure.
Zeus, se esisti ancora, se hai tempo tra un concepimento e l’altro, se hai ancora un po’ di rabbia in corpo, fammi un favore: stermina le flottiglie charter. Senza pietà. Senza ripensamenti. Senza compromessi. Ok, il buonismo non è una delle mie qualità. La tolleranza ancor meno. 
D'altra parte, non si fosse chiamata P'acá y p'allá, si sarebbe chiamata "STV. State Troppo Vicini". Ma ti capita che tu sia ancorato a Kedarchos Bay, una splendida e tranquilla baia di Serifos, dalle acque cangianti dal turchese allo smeraldo, dalle spiagge orlate di alberi e inframmezzati da scogli rossi, nella quiete più totale che dà un senso alle miglia che hai fatto per arrivare fin qui, quand'ecco... arrivare una barca. Sia chiaro non è che pretendo di avere ogni baia solo per me, per carità non sia mai, il mare è grande, c’è posto per tutti. 
Ma quando vedi sfilarti davanti una processione di 7 (dico sette) barche a vela, ognuna con 8 occupanti a bordo, con il fiero guidone della compagnia di charter appeso alla sartia che fa tanto pensare all’ombrellino rosso delle comitive turistiche in fila per i Musei Vaticani, è sano, normale e segno di animo marino iniziare un mantra che recita “non qui-non qui-non qui”. Probabilmente, se non ci avessero visti, sarebbero andati oltre, lo intuisco dalla repentina virata effettuata da metà della cala, ma credo che il piacere maggiore per le flottiglie charter sia gratificare della loro rumorosa compagnia quei poveri navigatori abbandonati soli in una baia. Anche no, grazie. 
Viaggiano a parabordi indossati, si àncorano affiancati. Ben sette barche a braccetto, in formazione di difesa stile colpo di punizione nel calcio, roba che quelli in mezzo il mare non lo vedono proprio più. Mi chiedo come mai non si portino dietro un pontile galleggiante, tanto per reiterare in rada la situazione del porto che è chiaro gli è di conforto. Zeus, pensaci. In quel momento, quando hanno finito la manovra di ancoraggio e sono lì, tutti belli affiancati, in quel preciso momento una piccola tromba d’aria e puoi scommetterci che persino la seriosa Giunone si spancerebbe dalle risate. 
Davanti a situazioni come queste, mi soffermo dolorosamente a pensare alla caducità delle statistiche. In particolare su due temi. Primo: su 56 persone (dico cinquantasei, ovvero due classi di liceo, o una società di media dimensione) che sono a bordo delle 7 sorelle, possibile che non ci sia uno che dica “Mah, magari noi oggi ci ancoriamo un po’ distanti, ce ne stiamo un po’ più lontani, in mondo da avere mare sia a destra che a sinistra, ci godiamo un paio di etti di silenzio”? Oppure uno che preferisce veleggiare, vuole una spiaggia diversa, ha voglia di fare una passeggiata? Niente. Tutti lì, tutti insieme, non so se appassionatamente ma di sicuro rumorosamente. Senza conflitti, senza spunti di ribellione apparente. 
Secondo tema: su 56 persone di età compresa tra i 5 e i 45 anni, posizionati su barche affiancate che sbatacchiano fra loro sotto le raffiche di vento, con 7 tender e relativi motori fuoribordo in mano a gente poco avvezza, possibile che non vi sia nemmeno un piccolo incidente? Voglio dire, una manina schiacciata tra i bordi di due barche, un canottino che vola via, un riccio di mare, una medusa o meglio ancora una spietata tracina? O un tuffo di testa sulla catena di una delle 7 àncore? Insomma, qualcosa che cambi i programmi e faccia scappar via l'allegra combriccola velocemente.  Oddio, ad aspettare, secondo me, l’incidente si verifica sicuro, troppa densità di popolazione per metro quadro di acqua perché non accada. Ma si fa prima a prendere e andar via. Per fortuna, l’incidenza delle flottiglie charter tende a diradarsi nel percorrere l’Egeo in maniera inversamente proporzionale all’assenza di vento.
E, tanto per compensare l’invasione dei barbari, Serifos ci regala una giornata di calma di vento. Tutto è relativo eh? Sempre un 20 nodi, ma da queste parti è una pacchia. Abbiamo ormeggiato nel porto di Livadi, registrando una piccola soddisfazione: mentre ci dirigevamo nel golfo, un sun kiss 47 di armatore greco, ha portato il motore al massimo, ci ha superato manco fossimo in autostrada stringendo la murata del porto, con il chiaro intento “Chi primo arriva, meglio alloggia”. Sbagliato, l’indigeno ha scelto di sondare il lato Sud della banchina e non c’era più posto. Noi, ripiegando sul lato Nord lo abbiamo trovato. E, cristianamente, ci siamo fatti piccini per fare posto anche a lui. Almeno il 50% dell’equipaggio di P’acá y p’allá non è vendicativo.
Raggiungere la Chora dal porto è una delle imprese più facili. La fermata di autobus è proprio in testa al molo degli yacht e ogni mezz’ora ti porta al centro della cittadella che, come nelle migliori tradizioni delle Chore cicladiche, è uno stretto dedalo di viuzze imbiancate in calce che ogni tanto, tra una costruzione e l’altra si apre a panorami indescrivibili. Sulla sommità la Chiesa di San Giorgio e una vista suggestiva del porto e dell’intero golfo di Livadi.
A cena in uno dei tanti ristorantini sul porto, si mangia bene e la località è discretamente animata ma non troppo. Lasci Serifos con nostalgia, ma sai che le flottiglie charter non ti seguiranno facilmente. E son soddisfazioni.

8 commenti:

  1. ma non ci si vergogna neanche un po' a scrivere certe cose

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  2. A occhio direi neanche un pochino, ma pensa tu!

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  3. Il noleggio nautico consente a molti, in una sola settimana, di navigare in Egeo, in un'altra di affrontare l'Aliseo dei Caraibi,o quello portoghese. Ma in una settimana o due di vacanze estive il mare, per fortuna, difficilmente impartisce lezioni memorabili e quindi, come diceva mia nonna, si parte valigia e si rientra cassone.
    Silverio n.p.

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  4. Anonimi (amanti delle flottiglie, suppongo...) ma sì, un po' sì, ci si vergogna a scriverle. A pensarle, no, neanche un pochino ;-)

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  5. Silverio, sempre saggio! Dovrei portarti in barca con noi, mi riporteresti a una cristiana considerazione del prossimo :-)

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  6. Silverio, sempre saggio! Dovrei portarti in barca con noi, mi riporteresti a una cristiana considerazione del prossimo :-)

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  7. Giuro che il secondo commento (il mio) voleva ironizzare con il primo.

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  8. Grecia mia,sei una droga irresistibile!

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