mercoledì 22 agosto 2012

Dodecaneso in compagnia

Lasciamo Sirna con rotta su Nissiros più favorevole di quella su Astipalea. Caro il mio meltemi, un po’ ti abbiamo fregato. Non fai a tempo ad accorgertene per ruotare lievemente e darci fastidio davvero, che arriviamo nella sempre spettacolare Gyali. Ti vendicherai, lo so, ma intanto 1 a 0 e palla al centro. Di questa virgola di pietra pomice adagiata tra Nissiros e Kos ne ho già parlato l’anno scorso. Quindi, consapevole che i miei fedeli lettori hanno ormai imparato a memoria ogni post di questo blog, evito di tediarvi nella reiterazione dello stupore per lo scenario cinematografico che Gyali inconsapevolmente propone. 
Ce la prendiamo comoda, abbiamo 4 giorni davanti perché i nostri amici Stefano ed Elisa arrivino a Kos e di anticiparli a Leros, facendoci raggiungere lì, con questo bastardo incazzato (il meltemi, ca va sans dire) non ci va molto. Agogniamo anche l’allaccio idrico di Kos Marina di cui P’acá y p’allá ha decisamente bisogno per darsi una decorosa ripulita prima di diventare barca ospitante. Nel frattempo ci dedichiamo ad una febbrile e organizzata raccolta di “occhi di Santa Lucia” – come ci svela Stefano – per me erano semplice conchigliette forgiate dal mare. Inutile cercarne per un po’ a Gyali, ne abbiamo provocato l’estinzione. Ma il mare, si sa, restituisce sempre le parti geologiche dilapidate.
Ne approfittiamo anche per passare una serata a Nissiros, ormeggiati abbastanza bene nel disordinato porto di Mandraki. È un giorno buono, niente traghetto della Blu Star a fare risacca.
Conosciamo Artin, fotografo austro-armeno che con l’avvento della digitale e la rovina della professione, decise 10 anni fa di ritirarsi a Nissiros. Lì ha aperto un piccolo negozietto con mostra fotografica e tenta, senza insistere, di fare un po’ di commercio. 15 euro per un CD di 350 foto sull’isola. Ce lo dice con il ben noto sottofondo di “che devo fare, devo pure campare”. Faccio da interprete tra lui e Giovanni e condividiamo un po’ di nostalgici ricordi di quando la fotografia non era roba per tutti ed erano i fotografi a fare le foto, non le macchine fotografiche. Bei tempi. Brutta roba certo progresso. Pazienza, c’è sempre il mare. E per Artin, c’è sempre Nissiros.
Il 15 agosto, come da miglior tradizione dell’Italia produttiva del nord, arrivano a Kos con volo charter da Bergamo, Stefano ed Elisa per la loro unica settimana di vacanza insieme. Una coppia di recente formazione, agli esordi della convivenza vacanziera, lei abbastanza a digiuno di barca. Bella responsabilità che ti prendi P’acá y p’allá, complimenti. Roba da far naufragare pure il primo viaggio di Giulietta e Romeo, Quel che è certo è che il bastardo (sempre il meltemi) non facilita questa esperienza: il giorno prima della partenza da Kos, proprio a mo’ di dispetto, si placa e fischietta a 7-10 nodi tutto il giorno.
Se ti fermi a guardarlo (non chiedetemi come si guarda il vento, se no vuol dire che ho scritto a vuoto tutti questi mesi…), si gira con aria indifferente e un po’ strafottente ti risponde “Che c’è? Problemi?”. Capite perché è bastardo? Il giorno dopo ci costringe a una bella bolina stretta sotto 30 nodi che rende la vicina Palionisos a Kalimnos un po’ più distante del solito. L’equipaggio regge bene, chi si diverte di più, chi di meno, quello che si sbellica dalle risate è sicuramente il Meltemi. Questo pezzo di strada, il Dodecaneso, è a noi ormai ben noto. 
E’ l’unico tratto del nostro viaggio che compiamo a risalire il vento, fortunati gli amici, direte voi. Be’ sì, tutt’altra cosa rispetto alle rilassanti andature con venti portanti fatte finora ma l’arcipelago regala inquadrature uniche e grazie alla nostra esperienza del luogo, poche sorprese. Stefano è lo stesso di quando aveva 15 anni, solo parecchio più salutista (sarà per questo che è rimasto lo stesso?): entusiasta, gentile, compagno di viaggio, insomma. E detto da noi non è roba da poco. Elisa è adorabile, si adatta alla barca benissimo e merita il premio “minor consumo d’acqua per piatto lavato mai registrato”. 
Ahimé, ha un unico enorme difetto che di solito rende a me intollerabile qualunque essere umano: 15 anni meno di me, 14 anni e mezzo per la precisione, e quando mi conviene, della precisione, io ne faccio un vanto. Ma stabiliamo subito che facciamo finta che non sia così, che lei non è coetanea di Jonas che avrà vent’anni nel 2000, Elisa finge di ricordare la nascita del Moplén e le pubblicità della Lagostina e il problema è brillantemente superato. 
Passiamo una bella settimana, noi 4 e il bastardo, quest’ultimo non smette un attimo di parlare ma alla fine non placa i nostri entusiasmi ed è bello vedere negli occhi dei nostri amici la bellezza che abbiamo sempre visto noi in questo angolo di mondo. Alla fine riusciamo a inanellare, nell’esiguo spazio di una settimana, le belle rade di Palionisos a Kalimnos, Archangelos a Leros, Koklakoura a Lipsi, Tiganakia a Arki e una serata in porto a Patmos dove li imbarchiamo sul Flyng Dolphin di ritorno a Kos. Ci mettiamo dentro pure l’emozione di un lasciare gli ormeggi di corsa per rinforzo di vento a Lipsi e un piccolo strappo alla balumina della randa con conseguente riparazione. 
La cucina a bordo riserva le ricette migliori, avvalorate da un risotto ai 4 formaggi di Stefano e da una bella orata pescata da Giovanni per l’occasione. E finalmente a bordo si beve, senza che la sottoscritta debba sentirsi un'alcolizzata solitaria. La settimana è volata, Stefano torna al lavoro, Elisa prosegue il suo scampolo di vacanze in Sardegna. Il Meltemi accusa un discreto mal di testa per l’enorme sforzo sostenuto nel tenerci compagnia e, appena i nostri amici partono, mi dice “Mo’ se non ti dispiace, mi prendo qualche giorno di riposo”.

3 commenti:

  1. grazie grazie grazie! semplicemente fantastici!
    Stefano

    RispondiElimina
  2. vi ho appena scoperti per caso sul web ... da due greciofili come voi ... invidia a mille! vi seguiamo!

    RispondiElimina
  3. Grazie mkvale, la Grecia ti entra nel sangue e dimentichi facilmente di non essere nato qui.

    RispondiElimina