mercoledì 11 luglio 2012

L'Italia in discesa libera

Mentre Scipione, Caronte e Minosse si passavano il testimone e preparavano il terreno al perfido Lucifero, noi e la nostra barca (a vela) per omaggiare il governo italico di un bell'importo di accise, abbiamo dato fondo a litri di gasolio per compensare l'indegno ritardo con cui siamo partiti quest'anno, senza aspettare il vento giusto (o quantomeno il vento) per partire. Ritardo sì, ritardissimo direi, se l'italiano lo consentisse. Ci perdonerete, abbiamo dovuto lavorare, non per vivere, per pagare le tasse. Non è la solita lagna da cui, chi mi conosce, sa che rifuggo volentieri, è la semplice verità almeno per me. Il netto guadagnato quest'anno era superiore a quanto dovuto in dichiarazione dei redditi per l'anno precedente. 
La colpa? Mai più partita IVA per una che si scarica solo 30 euro di un biglietto del treno (solo l'andata perché il ritorno l'ha perduto). Pare non usi così, dicono. E deve essere per il fatto che non si usa così che alcuni vedono tra lordo vero e netto finale una differenza del 65-70%. Pochissimi e particolarmente fessi ma ci sono. Insomma la partita IVA non fa per me, roba da ragionieri dello scarico, da acrobati dei cavilli amministrativi, non da chi con gli scontrini ci fa le barchette mentre parla al telefono. 
Caro Mario Monti, va bene tutto, tanto i fessi restano fessi, gli allergici alla raccolta scontrini pure, ma almeno un premio "contribuenti incredibili" me lo devi dare. Vorrei metterlo sul curriculum vitae.
Perché a dirla tutta Mario, mi sono accorta che è da un po' che dimentico di pagare il bollo del motorino, non so da quanto, nemmeno all'ACI lo sanno perché non hanno più accesso dai terminali, lo sanno al numero verde ACI ma l'unica volta in cui rispondono è quando "mi dispiace, ma il terminale non funziona". E così, nel mio delirio da contribuente bulimico non sono riuscita a saldare quel mio debito con lo Stato. 
Adesso, visto che all'erario si stanno facendo un sacco di risate su una che tra tasse e contributi ha versato il 67%, potresti pure abbuonarmelo quel bollo, Mario. Potresti dire, ma sì facciamoglielo 'sto regalo a questa allocca, in fondo poi possiamo dire che se lo è fatto da sola.
Vabbé fa niente, Mario, scherzavo. Era solo per dire che quei pochi poveri fessi che in Italia non evadono manco un po' te li dovresti curare di più. Fa nulla, pagherò bolli e sanzioni appena torno. Tu però fai un favore. 
A quelli che da sempre evadono per abitudine e tanto, tantissimo, quelli che son ricchi non certo grazie al loro lavoro né ad elevatissimo ingegno, a quelli, dai che lo sai chi sono, fagli un culo così. Così poi magari l'abbassi 'sta pressione fiscale e anche quelli lì le tasse le pagano più volentieri, se sono meno onerose  e se gli brucia un po' il sedere per quante gliene hai date.
Ma torniamo alla navigazione che di tasse si parla fin troppo. 
Bisogna prima di tutto dire, che P'acá y p'allá quest'anno parte da signora navigata ed esperta di vivere per mare. Si porta dietro una bicicletta pieghevole, una canoa gonfiabile e due comode sedie da ponte, una delle quali potete apprezzarla in uso nella foto d'apertura. 
Siamo partiti mercoledì da Porto Santo Stefano e dopo 6 giorni abbiamo lasciato Crotone diretti a Cefalonia. Abbastanza un tour de force per una barca che ha due sole persone a bordo. Una notte di sosta a Palmarola, una a Tropea, qualche ora a Rocella Ionica e una notte a Crotone.
Il Tirreno ci ha omaggiato di un'indigestione di delfini, accanto a noi giorno e notte.
Ragazzi, quanti delfini ci sono in mare! Mario, facci un pensiero, mettigli una piccola tassa e risolviamo il debito pubblico. In fondo il mare lo usano anche loro, come le barche.
Un mare calmissimo, dalla superficie di vetro, i delfini sotto la prua sembravano dietro ai cristalli di un acquario. Un mare che una barca a motore avrebbe decisamente saputo apprezzare meglio. Noi avremmo preferito qualcosa che desse un senso a quell'albero che di solito indossa una vela, anche perché frutti non ne fa e, da spoglio, nemmeno tanta ombra. 
Le notti in mare però sono state magiche, pochi incontri e la luna piena a segnalarli. Meglio e in linguaggio più immediato di quanto faccia un radar.
Stromboli all'alba ci ha accolto con i suoi particolari fuochi d'artificio. Lapilli e sciara di fuoco un po' offuscati dalla solita nuvola sulla montagna. Ben altri fuochi d'artificio a Rocella Ionica dove ci siamo casualmente ancorati a 200 metri dal punto sulla riva in cui venivano armati. Noi eravamo lì per dormire qualche ora ma il santo patrono (o la Santa) di Rocella ha deciso che non era il caso e ci ha dato questa sveglia un po' particolare. Avremmo potuto intuirlo dalla processione a mare  coi barchini che aveva reso eroico il nostro ancoraggio ore prima. Per quanto bella, P'acá y p'allá non poteva attirare tutta questa tifoseria calabrese.
Il giorno prima a Tropea avevamo provveduto all'essenziale: un posticipatissimo taglio di capelli per Giovanni e l'acquisto di beni primari quali cipolle rosse, origano e pasta di mandorle. 
Crotone ci ha regalato l'esperienza di un bancario gentile e disinteressato e son cose che lasciano il segno ai tempi attuali eh? Qui devo però fare un passo indietro. Cosa non si dovrebbe assolutamente fare 36 ore prima di partire? Perdere il portafoglio con tutte le carte di credito e di debito è sicuramente tra le prime 3 cose che vi vengono in mente. Cosa che forse sale al primo posto se nel portafoglio in questione erano conservati anche i codici PIN corredati di dettagliata legenda. 
Nella faccenda del portafoglio perduto, e ovviamente ritrovato non appena terminato di bloccare tute le carte suddette, va encomiato il comportamento di 3 persone. Primo fra tutti l'amico Cesare che si è dato da fare per ridarmi un bancomat in poche ore. Poi il simpatico carabiniere di porto santo Stefano anche solo per la normale rapidità con cui ha scritto la denuncia (ci avete mai fatto caso? A Roma ci impiegano minimo 3 ore) e, ultimo ma non ultimo, il gentile Giuseppe, funzionario dell'Unicredit di Crotone che mi ha portato fino alla barca la mia CartaSì per non farmi arrivare fino in filiale. Ecco, comportamenti così, di chi fa il proprio mestiere pensando di fare un servizio al prossimo ti rimettono in pace con l'umanità. Basta poi un colloquio con l'operatore della Tim a farti cambiare idea....

2 commenti:

  1. Oh, bene... Era da un anno che aspettavo di rileggerti.
    Buon vento a P'acà y p'allà e alla sempre verde vena creativa della tua scrittura. L'ho sempre detto: sei un account sprecata!
    Baci A.nonimi

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  2. Grazie dell'aggiornamento, vi leggo sempre con grande piacere!

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