Ogni tanto mi sento anche io "gente di mare", mi monto la testa perché sto su una cosa che naviga e me ne vado bighellonando per acqua salata per la maggior parte della mia vita.
Mi sento gente di mare perché respiro salsedine, poi però se si guasta il dissalatore divento nevrotica come Sally se le si rompe l'arricciaboccoli.
Mi sento gente di mare perché mi capita di prendere burrasche ma non sono obbligata a farlo e se lo so in anticipo posso evitarla.
Poi passeggio su un molo in un pomeriggio d'autunno e rimetto i piedi per terra. Perché vedo gente di mare, quella vera, quella che il mare non lo ha scelto, le è capitato e se lo tiene.
Estate e inverno, giorno ma soprattutto notte. E delle burrasche che prende non ha tempo di scriverne. Gente che esce in mare per prendere pesce e qualche volta va bene, ma più spesso va male.
E anche quando va male, mentre è lì a riparare la sua rete gialla e a sperare che stanotte sia la notte buona, vede una barca a vela entrare in porto con bighellonatori che si sentono gente di mare, molla il suo lavoro e viene a prenderti le cime.
Che il cielo ti protegga, pescatore.
E gli dei dell'Olimpo siano con te, anche stanotte.
E gli dei dell'Olimpo siano con te, anche stanotte.
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