Questa parte del viaggio è fatta di attesa. Arrivi al lembo occidentale di questo ionio greco e aspetti le condizioni ideali per passare dall'altra parte di questo piccolo mare che per me è come l'oceano.
Ci sono spesso arrivata in corsa, coi minuti contati per volare di là. E il tempo di attesa era troppo breve.
Stavolta no. Arrivo ai blocchi di partenza e aspetto il tempo giusto. La finestra buona sembrava quella del 13 e 14 ottobre ma la forte instabilità ci ha convinto a rimandare, sperando di non sbagliare. Perché anche ad aspettare si può sbagliare. Si può sbagliare sempre e questo ti mette - no diciamo che mi mette - un filo di ansia addosso.
Da una settimana la meteo ci dà costantemente una buona finestra per lunedì, non ha mai cambiato idea in tutta la settimana, speriamo non lo faccia ora.
Nel frattempo, casa è stata Itaca, un'Itaca vivace nelle ionie di ottobre rese alta stagione dal charter nautico low cost di ottobre tanto caro ai nord europei. Vantaggi e svantaggi di un po' di affollamento, quello a cui noi non siamo abituati. Ma in questo periodo fa piacere vedere barche per mare, quindi il saldo è a favore dei vantaggi.
Poi c'è sempre il sabato, giorno in cui i charter sono fermi per pulizia barche, e a terra senti di nuovo parlare greco, in banchina solo gente che come te ha scelto il mare come vita, ci si sorride, ci si chiede dove si è diretti. E stamattina a sorpresa troviamo Kosta in banchina, il re di Galaxidi dove ha uno shipchandler incredibilmente fornito, un albergo, un forno e chissà cos'altro. Sta trasferendo un Beneteau 54 con sua figlia e ci offre un caffè.
Kosta ci racconta di trombe d'aria intorno a noi nei giorni scorsi, una a Mesolonghi, una a Zante, negli occhi ho quella di Genova e di Napoli di ieri.
Si tende il filo di ansia, leggera leggera, ma sempre lì, a ricordarmi che tutto è un equilibrio precario. L'ho scelto io, non mi lamento, ma in un'epoca in cui la paura si rifiuta io me la tengo stretta addosso e quando poi mi sento di nuovo al sicuro sento che la paura è una bella coperta di lana, ti ricorda costantemente che la vita è bella e non è un compito da poco.
340 miglia davanti fino alla prossima sosta, per alcuni sono nulla, roba da fare ad occhi chiusi e con la mano sinistra. Per me sono sempre la tratta più lunga che faccio, quindi il mio personale oceano.
La voglia di arrivare, sanerà la nostalgia crescente di questo Paese che ho nel cuore, compenserà il rimpianto in un gioco ormai noto di equilibri della mia bilancia di vita.
Auguratemi buon vento e soffiate piano, nella giusta direzione.
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