NdA: La foto è di Stromboli ed è stata scelta solo per rappresentare in modo metaforico un argomento che la cronaca avrebbe dipinto in maniera troppo cruda.
Oggi, in sincrono perfetto con il trionfo della sinistra a Napoli, noi siamo venuti finalmente a capo dell’intasamento dello scarico del bagno di poppa. Non so quale, ma sono sicura che tra le due cose ci sia un nesso, mentre i miei fratelli napoletani si liberavano dell’incubo di una probabile gestione di merda della città, noi ci liberavamo della cacca calcarizzata di 6 anni del precedente armatore (che, pur non avendoglielo mai chiesto, sono sicura fosse leghista).
Oggi, in sincrono perfetto con il trionfo della sinistra a Napoli, noi siamo venuti finalmente a capo dell’intasamento dello scarico del bagno di poppa. Non so quale, ma sono sicura che tra le due cose ci sia un nesso, mentre i miei fratelli napoletani si liberavano dell’incubo di una probabile gestione di merda della città, noi ci liberavamo della cacca calcarizzata di 6 anni del precedente armatore (che, pur non avendoglielo mai chiesto, sono sicura fosse leghista).
L’impresa, la nostra, non quella politica, è stata sicuramente tanto suggestiva da meritarne un dettagliato racconto, che credo sarà in grado di apprezzare solo il nostro amico Fabio, un autentico cultore delle operazioni di spurgo fognature. Ma a chi, più sanamente, intendesse sospendere la lettura, vorrei suggerire di non farlo, lo stasamento di un tubo di scarico del wc può essere una metafora molto significativa dello spogliarsi di tutte le appendici negative che ogni giorno ci portiamo appresso. Quindi siccome la lettura di questo blog è gratuita, mentre uno psicoanalista costa un patrimonio, prendetelo per cortesia come uno sperimentale test per capire meglio noi stessi.
In ogni caso, noi non possiamo esimerci dal raccontarlo, viaggiare per mare è anche questo, sei più nobile, più pulito, più leggero di quando sei a terra ma i bisogni devi farli lo stesso.
Devo premettere che ovviamente, fosse stato possibile, avremmo semplicemente sostituito il tubo di scarico, tappando quello da asportare in testa e in coda e rinunciando, senza averli conosciuti di persona, alla compagnia degli escrementi fossilizzati dei precedenti armatori.
Ma chi è pratico di barche lo sa. Ci sono cose a bordo che dopo l’allestimento finale della barca non è più così facile smontare: una di queste è il tubo di scarico del wc, certo che in teoria è sfilabile ma in pratica non lo è. Quindi, prima raccomandazione per tutti: Trattate bene i vostri scarichi del wc, prevenitene i segni del tempo, le rughe a voi vi rendono più espressivi e affascinanti, ai vostri tubi invece rischiano di creare effetti molto indesiderati.
Il tubo in questione, ha smesso di funzionare probabilmente a causa di un tentativo del cantiere di eliminare con la forza corrosiva i segni delle evacuazioni pregresse (leggasi soda caustica o roba simile). Tali agenti, hanno fatto esplodere concrezioni che, con un po’ di navigazione con mare mosso, si sono ammassate e hanno creato un vero e proprio tappo di cemento armato. Un po’ quel che deve essere accaduto al Vesuvio successivamente a Pompei. Ecco, quel che abbiamo fatto ieri è stato proprio provocare forzatamente un’eruzione distruttiva per poter proseguire il viaggio più alleggeriti e con l’ausilio del secondo bagno.
Le operazioni hanno richiesto la presenza costante di entrambi i membri dell’equipaggio. Visto che a provocare il blocco intestinale alla barca erano stati gli agenti chimici, abbiamo privilegiato l’uso di strumenti meccanici, dapprima con l’aiuto di una molla idraulica che lavorava bene per qualche metro e poi perdeva forza e si arrendeva all’inesorabile barriera. A quel punto abbiamo deciso di agire partendo dall’altra estremità, con l’obiettivo di far breccia nel muro a colpi di cacciavite, ma ben presto, il cacciavite è risultato troppo corto per raggiungere l’obiettivo finale. “Cosa abbiamo a bordo di lungo e resistente?” ha chiesto Giovanni. “L’asta del tuo fucile” ho risposto io, inferendogli un colpo mortale viste le nobili funzioni da Giovanni attribuite originariamente all’oggetto. E così, ecco trovato un secondo uso, di più sicuro successo rispetto al primo, per un fucile da sub.
Ora il problema di rompere le concrezioni e, in generale di liberare un tubo, è che da qualche parte quello che liberi deve andare. Tale tubo è incastrato ben bene in una sentina molto stretta dove riesci, contorcendolo un po’, ad infilare un contenitore di alluminio (originariamente pensato per cuocere in forno la preda del suddetto fucile). Il problema è che quando allestisci per lo svuotamento non ti chiedi come farai ad estrarre tale contenitore senza rovesciarne il contenuto ad operazione terminata. Il proseguio, quindi, evitando di scendere troppo in particolari, è stato tutto un susseguirsi di azioni microchirurgiche lievemente odoranti e a tratti tonanti come le piccole esplosioni di Stromboli, ma siamo, diciamo, riusciti ad evitare la tracimazione della sciara di fuoco.
L’esperienza ci ha regalato una consapevolezza che regaliamo volentieri a studenti di medicina, in particolare gastroenterologi e dietologi: il pomodoro sopravvive a Pompei. Le uniche tracce riconoscibili nel magma calcareo rimosso erano appunto attribuibili a bucce e semini di pomodoro.
Concludo questo racconto con un grazie di cuore a chi è riuscito ad arrivare alla fine del pezzo per amicizia o per passione (il caso del nostro amico Fabio e di nessun altro, credo). Per tornare ad un lato metaforico, oggi possiamo dire di sentirci più leggeri e più sospinti verso il proseguimento del viaggio.
mia cara, anche io - reduce dalle pedalate francesi - sono arrivata in fondo alla descrizione ... Come capirai bene (e come tua cognata può testimoniare di persona) anche noi a SM siamo degli sturacessi e svuota fossa addicted ... con quel che ne consegue! Ada
RispondiEliminaAnche io l'ho letto tutto...per solidarietà...... anche se così drammatica ancora non mi era mai capitata...ma mai dire mai.... Concordo sull'impossibilità di sfilare tubi teoricamente sfilabili........ Noi per rimetterne uno al suo posto ci siamo dovutitrasformare in contorsionisti e cospargere il tutto noi compresi di grasso di ogni genere e tipo....
RispondiEliminaLetto tutto, e, ovviamente, ricordato stessa situazione avvenuta, chissà perché, a Salina, sulla mia precedente barca. in quel caso io usai per stasare un tubo di ottone da 1m (diametro 1 cm, come quello usato nei lampadari della nonna) che avevo in barca per stasare anche la vasca di raccolta acque nere. Quasi quasi, nei lavori di aprile metto anche la sostituzione dello scarico..... tanto prima o poi mi frega.
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