domenica 25 settembre 2011

Santorini by ferryboat. Tanto per non farci parlare dietro.


Giusto perché siamo qui, proprio a un passo, giusto perché l’ormeggio di P'acá y p'allá al porto di Ios è più solido, molto più solido, di quello di casa a Roma, giusto perché l’aliscafo da qui ci mette 40 minuti, giusto perché altrimenti chi li regge tutti quei commenti del genere “Eh però Santorini è un must” o roba così. Non dite “ma nooooo”... lo avreste detto, lo sappiamo, magari se siete miei amici non usate la parola “must”, però con altri termini il concetto lo avreste espresso. E va bene, si va a Santorini. 
In aliscafo come due turisti qualunque. Promette di essere un tour un po’ nevrotico e in effetti lo è, l’aliscafo arriva alle 11.30 e riparte alle 17,30. In mezzo, con l’ausilio di una smart in affitto ci abbiamo sistemato: una corsa alla spiaggia rossa a sud di Akrotiri, un veloce pranzo a Megalochorio con vista sulla caldera attiva di Nea Kammeni, il giro in lungo e in largo (o meglio, in salita e in discesa) di Oia, il borgo a nord dell’isola che immaginavamo, a ragione, essere meno congestionato della più famosa Thira.
Che vi devo dire? Bella è bella, Santorini è spettacolare, cinematografica e mitica. Lo scenario è sicuramente tra i più suggestivi del mediterraneo, come negarlo? Ma dopo tanta selvaggia bellezza di isole che paiono inconsapevoli delle loro virtù oppure semplicemente umili abbastanza da presentarle con under-statement, la Santorini turistica e organizzata mi lascia abbastanza indifferente. 
Sarà che faccio fatica a digerire i cartelli lungo la strada che ti indicano “Beautiful view point” o addirittura “Take a photo!” con tanto di punto esclamativo.
Poi certo, c’è il paesino di Oia che regala scorci incredibili, ci sono le scogliere rosse e nere che è un peccato non poterle vedere al tramonto, ci sono le piscine a picco sul mare, ci sono le isole satellite di Santorini che in realtà sono l’altra parte del cratere, c’è un mare blu e a tratti smeraldo che all’interno del cratere sprofonda a quasi 400 metri… Abbiamo fatto bene a non venirci in barca, altrimenti saremmo stati a lottare con l’ancoraggio senza vedere niente, visto che il porto turistico è insabbiato a 1 metro e l’isola ha fondali vertiginosi come si compete ad un’isola vulcanica. 
L’aliscafo invece, per quanto mostruoso, ha il suo perché: bello andare a sud senza dover poi faticare per risalire a nord, coreografiche le manovre d’ormeggio da guardare da terra o dal finestrino che Giovanni segue con attenzione perché, “si sa mai” dice “magari un giorno farò l’ormeggiatore”. Viaggia a 30 nodi, questo bolide brandizzato Vodafone, ogni tanto si sente un rumore strano sotto lo scafo, forse sono le onde, oppure un branco di delfini che viene triturato, chissà...
Passi accanto alle poche barche a vela che affrontano il mare e ci godi un sacco ad essere qui e non lì, per questa volta e con questo mare. E se li vedi che fanno una straorzata ci godi ancora di più perché non c'è niente di più bastardo di un navigatore che sta al sicuro mentre un'altro è per mare.  E poi, poi c’è la cosa più bella della nostra Santorini: tornare a Ios e trovare P'acá y p'allá tranquilla e sonnolenta al suo ormeggio che dice “bene, vi siete divertiti? Domani però si lavora che io qui avrei bisogno di una bella pulita, eh?”

5 commenti:

  1. Se ce la hai menata con Pacà y Pallà che è bella brava e buona e sa pur far di conto da maggio per finire su un aliscafo qualsiasi ti parliamo dietro e davanti e visto che ci siamo anche da ambo i lati.

    Vi salvo solo per la foto della pietraia

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  2. L'aliscafo, in senso lato, non è altro che una estensione del tender. Ed una seria crociera senza dinghi ausiliario non puo' definirsi tale. Assolti, quindi, perchè l'uso di strumenti eterogenei, finalizzati alla conoscenza piu' ampia, costituisce completamento indispensabile all'arte del navigare.

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  3. Vi seguo. Continuo a leggere (e a vedere) con grande piacere.

    bv

    j aka strega

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  4. Grazie anonimo! mi sembra un'ottima interpretazione la tua, spero che valga pure per il traghetto che ci ha portati a Folégandros.
    La verità, cara coco', è che anche le barche a vela, anche le più eroiche, ogni tanto pretendono il loro giusto giorno di riposo!
    Grazie j, tu dove stai navigando di bello?

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  5. Al pc, al momento...
    Ma l'Egeo è la mia meta, quando ce la faccio...
    Altrimenti peloponneso, ionie, croazia.

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