mercoledì 8 giugno 2011

Gli ultimi fili italiani vengono tagliati


Oggi ho disdetto l’opzione internet e l’I-phone è tornato a fare solo il telefono. Altro che fumo, ci si rende conto che è davvero una dipendenza, quei gesti automatici con cui apri l’icona Facebook, o le mail o le mappe, o Around me anche solo per sapere dov’è lo sportello bancomat più vicino. Una finestrella si apre e ti avverte che hai disattivato la rete dati, e meno male che l’hai fatto altrimenti avresti già finito la tua ricarica. Downshifting tecnologico, si torna indietro. L’ultima risorsa rimasta è la chiavetta internet di Giovanni che da domani, in terra greca non servirà più a nulla. Domani si legge, sull’e-book reader ci sono circa 60 libri scaricati, autonomia per un po’.  All’alba leveremo gli ormeggi e lasceremo S. Maria di Leuca e  il suo scirocco e, spero, le sue zanzare che si stanno accanendo su di me in barba alle dosi massicce di autan. Questa è una novità, in barca, le zanzare finora non le avevamo mai viste, spero di lasciarle qui in terra natia e conto sul meltemi perché siano solo un ricordo.  Per avvantaggiarci, dopo aver fatto rifornimento ci siamo ormeggiati al distributore proprio accanto all’entrata del porto, così basterà mollare i due corpi morti a prua, ritirare le cime a poppa, staccare la corrente e via! Partiamo carichi di gasolio, di acqua, di cibo, di energia facendo rotta su Othonoi, prima isola delle Ionie, una piccola a nord di Corfù dove contiamo di fermarci un giorno prima di dirigerci verso Corfù. Da Nord, il faro ci guarda, verso sud lampi continui annunciano temporali.
Nelle ultime 24 ore, sentendoci stretti in una S. Maria di Leuca fuori stagione e praticamente deserta, abbiamo affittato una macchina e abbiamo girato il Salento per vedere altrettanti paesini deserti che si susseguono sulle statali praticamente senza soluzione di continuità. Una bellissima sorpresa, ieri sera a cena, (sorpresa per me, Giovanni ci era già stato) un posto dove vale la pena che ognuno di voi smetta per un giorno di fare quello che deve fare, salga in macchina, scenda nel Salento e si conceda di andare. Domani stesso. Si chiama “Rua de li Travaj” ed è una trattoria davvero speciale in quel di Patù, un paesino che sta tra Castrignano del Capo e Morciano di Leuca… Consapevole di non avervi dato indicazioni proprio riconoscibili posso dirvi che è in provincia di Lecce, dopo di che il GPS voi che non avete fatto downshifting tecnologico lo avete, Google pure, trovatevelo. A Rua de li Travaj dopo gli antipasti sei terrorizzato dal pensiero che seguiranno altri piatti, fondamentalmente mangi solo verdure, piatti tipici locali, con sapori che ti ricordano qualcosa della tua infanzia e che credevi perduti, annullati da secoli di conservanti, antiossidanti, ormoni e quant’altro. Risentirli è commovente. Dopo circa una dozzina di assaggi diversi, vorresti supplicare l’oste di non continuare, pensi sempre che quello che hai appena mangiato non potrà avere un seguito migliore e invece ti sbagli. Tanto per citarne alcuni, crocchette di verdure, lessi salati, caponata, peperonata con cipolle dolci, frittatina con spinaci, fasolada, zuppetta di fave e cicoria, friggitelli fritti…. Signori, Rua de li Travaj è un paradiso. Alla fine della cena sei strapieno e hai speso 22 euro.
Solo per questo, è valsa la pena fermarsi qui. Ciao Italia, domani sarà kalimera!

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