mercoledì 28 settembre 2011

Folégandros. Have a nice winter!


Folégandros, un’isola rocciosa adagiata tra Sikinos e Milos, deve essere splendida anche in piena stagione, ma è proprio oggi che sentiamo, per la prima volta, che l’estate è davvero finita. “Closed. Have a nice winter!” corredato dal disegno di tanti ombrellini con la pioggia che cade. È quel che c’è scritto sulla lavagna della taverna di Angali, nella baia di Vathi. Poco più in là, il proprietario di un cafeneion sta facendo gli ultimi lavori di pulizia, ci serve un gelato e un espresso e quando gli chiediamo quando finirà questo ventaccio, ci risponde che qui piove un solo giorno all’anno ma per quanto riguarda il meltemi puoi essere sicuro di trovarlo 11 mesi su 12. 
Supero la tentazione di chiedere quale sia quell’unico mese perché ho il sospetto che sia frammentato e sparpagliato su tutto l’anno. Mentre cavalchiamo le strade dell’isola a bordo del nostro 125 Keeway (non ho idea di che razza di marca sia…) è a questo che pensiamo e realizziamo che forse, dico forse, il fatto di aver sempre sentito dire che il Meltemi dura fino a metà settembre è spiegabile solo con il fatto che forse, dico forse, chi lo ha detto è sempre tornato a casa a metà settembre. Tutto qua.  
 Mentre ragioniamo su questo, il vento che fischia tra le colline di Folégandros se la ride contento. Beh, alla faccia tua caro Meltemi, è stata comunque una bellissima giornata, non puoi dire che ci facciamo mettere i piedi in testa da te, come vedi una soluzione la troviamo sempre. La Chora di Folégandros è davvero particolare, più che da vicoli è attraversata da piazze, piccoli slarghi con tavolini colorati all’ombra di grandi alberi. 
Nel centro il Kastro medievale con le case tradizionali e i suoi vicoli sormontati da bassi passaggi ad arco. È silenziosa e vivace allo stesso tempo, mistica e allegra. Si respira l’aria del fine stagione, anche se la sera i tavolini dei ristoranti sono quasi tutti pieni. Oltre alla Chora la particolarità di Folégandros è la Panagía, la chiesa dedicata alla Vergine Maria arroccata in cima ad una lunga strada in salita che da lontano sembra una scalinata per via dei segni di calce onnipresenti sulle vie in pietra o in cemento Cicladiche. 
Per arrivare a Folégandros, niente aliscafi veloci, solo un simpatico e possente traghetto dell’Hellenic Seaways che ricorda i bei vecchi tempi dei viaggi in Grecia quando si navigava di notte con “posto ponte” per risparmiare su una notte di pensione. Solo che io non ricordavo che i traghetti fossero così puliti, efficienti, tecnologici. Niente a che vedere con i nostri, decisamente molto meglio. Prima di arrivare a Folégandros, la nave fa un velocissimo pit-stop a Sikinos, incredibile la sproporzione tra il colosso navigante e il piccolo molo nel porticciolo di Skala. 
Qui non esiste autorità portuale, l’ormeggiatore è un vecchietto un po’ zoppo che arriva con una Panda e un nipotino di 4 anni, improbabile aiutante nel recuperare una cima la cui sezione è pari a quella della sua gambetta, forse di più. Tempo 3 minuti, il traghetto ha ancorato, fissato la cima a terra, vomitato e ingurgitato una mezza dozzina di passeggeri ed ha ripreso il mare. Vecchio e bambino si prendono per mano e vanno insieme incontro alla sera (tanto per rendere omaggio a Guccini, visto che non è ancora mezzogiorno). 
Il nome del porto di Folégandros la dice lunga: Karavastasi che vuol dire “scalo di navi”. 
Questo è forse l’unico difetto di quest’isola, essa non nasce dal suo porto e il porto ha una vocazione unicamente funzionale. Quando la sera torniamo a Karavostasi per prendere il traghetto siamo solo noi e una coppia di saccopelisti, il traghetto arriva con un’ora di ritardo ma con Forza 8 direi che ci puoi stare.  Tutto intorno è assolutamente desolato, almeno oggi, 28 settembre. Dalle taverne con le luci spente e da un paio di hotel illuminati solo fiocamente si intuisce che un mese fa c'era vita anche qui.
È stato un bene venire qui perché abbiamo potuto constatare che con la barca è meglio starne lontani, lo spazio per ormeggiarsi all’interno del porto è inesistente e il moletto esterno ha una risacca infernale, il resto dell’isola ha un solo ancoraggio parzialmente riparato. Da Ios quindi andremo direttamente a Milos, guadagneremo tempo e supereremo più velocemente questo braccio di mare. Quando si distrae il Meltemi. Se si distrae.

3 commenti:

  1. Ho trovato l'antidoto alla crisi dell'Eurozona.
    Le borse tracollano? Cerco su FB i post su i fasti sciistici di Tomba postati dal mio amichetto trader disperato.
    La Grecia è tracollata? Apro il tuo post e mi godo le foto di Giovanni.

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  2. Complimenti al vostro blog che mi ha accompagnato tutta l'estate, anche mentre navigavo tra le Cicladi e L'Argentario.
    Siete stati sfortunati con il meltemi, dovuto alla eccezionale alta pressione che ha caratterizzato il mediterraneo occidentale per tutto settembre e che di solito proprio a metà settembre ci lascia..
    Però la stessa alta pressione che ha latitato a luglio da queste parti vi ha garantito una navigazione tranquilla attorno a Creta!
    Buon vento
    Filippo

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  3. Vero, Filippo, dal fatto di non incontrare nessuna barca a Creta Sud, avevo intuito che questo è stato un luglio eccezionale per quella zona. La cosa buona, quest'anno per noi, è stato il fatto di avere tempo, avere tempo per mare è tutto. Buon vento a te! anche noi siamo di base all'Argentario dove dovremmo essere di ritorno per metà novembre.

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