Spòradi = gr. Sporàdes. Da speirò = spargo, sparpaglio, dissemino.
Il significato del nome di queste isole che costellano da ovest a est il nord egeo è appunto "sparpagliate", "irregolarmente disseminate". In antitesi alle ordinate Cicladi che vennero invece, appunto, sistemate in circolo (cyclos).
Amo le isole sparpagliate, ti dà l'impressione che una mattina potresti svegliarti e trovarcene una nuova, così, giusto perché Zeus ha scosso la saliera e ne sono scese ancora un po'. O magari queste isole le ha create la povera Era, per placare i suoi impeti di gelosia verso il fedifrago marito e le sue amanti, con un po' di sana attività fisica. Me la immagino, nei campi del cielo, con la gonna alzata a tenere le sementi, per spargerle sul mare e far nascere nuove isole. Magari dicendo "qui ci mando quella zoccola di Alcmena, lì invece Persefone….." e così via...
Siamo entrati in un regno in cui il meltemi sembra essere regolamentato. Lo dico a bassa voce, perché si sa, il ragazzo è dispettoso e abbiamo ancora parecchie miglia controvento da fare. Fatto sta che registriamo una veloce sfuriata di 24 ore e poi tutto si acquieta per 4 o 5 giorni. Il senza vento ha un suo perché per i velisti quando la tua rotta e proprio in faccia al vento dominante.
Ancoraggio a sud di Skyropoula |
La nostra rotta da Skyros, prevede di salire ad Alonissos, deviare a ovest su Skopelos, poi tornare indietro verso est fino a Kyra Panaghia e da lì salire in Calcidica.
Il viaggio tra le sparpagliate è ricco di soste. La prima per noi è a Skyropoula, piccolo satellite di Skyros 3 miglia a est. Vi è una sola baia sulla costa sud buona per l'ancoraggio. Fatta a forma di radice di molare, ha due piccole insenature. Quella a Ovest è occupata da una barca a motore, ci prendiamo l'altra. Acque turchesi, silenzio, rocce, qualche capra. Nient'altro. Skyropoula è una delle tante micro-isole greche in vendita. Questa però è sempre stata proprietà privata, dal 1800 fino al 2001 di una famiglia greca, gli Antoniades, con una significativa storia navale e militare. Nel 2001 fu venduta a un milionario cipriota che ora l'ha messa in vendita per 21 milioni di Euro. (Nel caso vi tormentaste con la domanda "Che ci faccio con tutti quei soldi se vinco il Superenalotto?").
Fermi in rada, niente campo telefonico, necessità di controllare il consumo energetico: ottime scuse per scrivere poco, leggere molto, nuotare in acque che, non a torto, sono rinomate per essere tra le più limpide dell'Egeo. Il giorno dopo tocchiamo il record di 4 isole in un solo giorno che ci imporrà poi di rallentare il ritmo e tornare slow sailors a tutti gli effetti. Sembra un'impresa, non lo fu. Il ritmo era già sufficientemente rallentato. Da Skyropoula in 20 miglia sei a Skantzoura e con altre 10 a Peristera e Alonissos. La sensazione immediata per noi, nuovi dell'Egeo del Nord, è di una sovrabbondanza di verde. La vegetazione di macchia mediterranea (lentischi, corbezzolo, mirto) e di fitte foreste di Pino d'Aleppo arriva fino al mare, lasciando solo una piccola striscia di roccia ora bianca, ora grigia ora di terra rossa. Registro in me una immediata sonnolenza, confermando la strana teoria che avevo sentito una volta sull'effetto soporifero che crea la montagna d'estate. Io detesto il colore verde, ma riconosco che è riposante, per gli occhi e persino per la gola. Perché senti che questa è terra che non ha mai sete, ha da bere a sufficienza per tutto l'anno.
Prova ne è che il cielo sopra le Sporadi ha sempre qualche nuvola che corre veloce, mentre nel resto dell'Egeo da Giugno a Settembre non ne conti una. Iniziano a cantare le cicale (e da una settimana non hanno mai smesso) e capisco che per le formiche di Esopo sia stato davvero eroico non compiere un brutale attentato ma limitarsi a dar loro una piccola lezione morale (odiosa lezione, peraltro, diciamocelo).
Skantzoura - Ancoraggio a Sud Ovest |
In questa mia particolare atmosfera oziosa, aiutata da vele che gioco forza restano a riposare per mancanza di vento, dalla pigrizia che mi invade e di cui dò tutta la colpa al verde, mi soffermo a pensare ai messaggi che mi arrivano dal mondo produttivo. "Goditi la vacanza", "Sei già in vacanza?", "Ah che bella vacanza la tua". Cose così. Mi chiedo dove sia l'errore. Sono io che mi sono spiegata male o alcune persone hanno abbandonato l'abitudine di ascoltare il prossimo? Temo entrambe le cose.
Rimpiango di non avere il mio Devoto Oli con me, ma oggi con internet trovi tutto.
VACANZA = Periodo di libertà dal lavoro o dagli obblighi scolastici in coincidenza con festività, turni di riposo o altre circostanze: andare in v.; prendersi una v.
Considerato che ormai da 3 anni, il "mio periodo di libertà" dura la metà di ogni anno, temo che chiamarlo vacanza sia un tantino inadeguato. Primo: bisognerebbe avere un lavoro o un obbligo scolastico da cui prendersi la cosiddetta vacanza. Secondo: bisognerebbe considerare il mio andar per mare come periodo di riposo dalle fatiche invernali. È vero esattamente il contrario. Sono in vacanza quando sono a Roma, dove vado a dormire la sera senza mai chiedermi se l'ancora terrà o meno e non preoccupandomi affatto di un eventuale giro di vento. Sono in vacanza in un Paese in cui trovare lavoro ti espone al rischio di pagare le tasse su un fatturato che non verrà mai pagato, quindi lì sono in vacanza per non fare guai. È metà della mia vita, non è la mia vacanza. Ed è solo metà della mia vita solo perché ci sono le stagioni e alcune di queste sono poco amiche dell'andare per mare.
Intendiamoci, le ho fatte pure io le vacanze in passato, per oltre 20 anni. Così brevi da pensare che era meglio chiamarle semplicemente "Vac" tanto per risparmiare tempo. Tanto incerte nel loro inizio e fine, sempre spostate, spesso annullate, a volte persino revocate, da crearti un'ansia da vacanza che quando agosto passava ti sentivi assai meglio.
io e P'acá y p'alla e il nostro "duro lavoro" |
Poi ho fatto una scelta diversa e questa è la vita: il mare, la Grecia, il mondo intorno che avevo iniziato a non ascoltare più, la gente semplice, il tempo per leggere, scrivere, pensare, parlare con gli altri. Parlarci veramente, di cose semplici, guardandosi negli occhi e senza ruoli da interpretare. Questa è la vita per me, il resto deve riuscire a incastrarsi in mezzo.
Però continuano a chiamarmele vacanze. E a me sembra offensivo, pensando a tutti quelli per cui la vacanza sono 15 giorni a cavallo di ferragosto, a tutti quelli che aspettano e lavorano sodo per potersi godere quella parola che è di diritto solo loro, non mia. Anche se sarebbe meglio si chiamasse "Vac", senz'altro. Una parola di stretto appannaggio di tutti coloro che hanno scelto di restare in un sistema organizzato, per obbligo (e questi li amo di più) o per semplice piacere. Loro, vanno in vacanza. Non io. Io sono semplicemente vacante, ma non in modo temporaneo.
Roccia giallorossa a Skantzoura |
Ma che t'arrabbi? direte voi. Tutto per una semplice parola.
Sì, ma quella parola in molti casi nasconde una radicata convinzione, che sia vacanza tutto ciò che non è legato a un qualcosa di redditizio. Non può che essere uno stato temporaneo perché l'essere che non produce reddito è inutile e peccatore.
Bene, sapete che c'è? Che ci sono lavori secondo me, attività e successi che sono il modo migliore di essere in perenne vacanza. Da se stessi.
Perdonate la divagazione, era un po' che covavo questo pensiero e Skantzoura l'ha portato alla luce.
Skantzoura è un'altra delle Sporadi disabitate. Marmo bianco, rocce gialle e rosse, vegetazione bassa, qualche uliveto e qualche vigna. E' il regno di alcune specie di uccelli come il falco di Eleonora.
Ancoraggio a sud est di Peristera. Sullo sfondo gli isolotti di Dio Adhelfi. |
Qui non troviamo nessuno, dove sta la folla delle Sporadi? Dove sono le flottiglie charter? Qui sembrano non arrivare, eppure siamo a 20 miglia da Alonissos, poco più da Skopelos. In una giornata con debole vento da nord e con mare calmissimo. Al centro dell'isola di Skantzoura c'è un monastero abbandonato, l'Evanghelistria, che non visitiamo per evitare le vipere di cui, pare l'isoletta abbondi. A Sud ovest c'è una baia riparata perfetta per l'ancoraggio, ma si può stare solo di giorno, perché anche Skantzoura fa parte del parco. Da lì, via, sempre a motore e in assenza di vento fino a Peristera, altra disabitata delle Sporadi. Antico covo di pirati, Peristera ha un paio di grandi insenature a sud est. La macchia si infittisce, crescono i Pini che vedremo poi esplodere ad Alònissos. Di barche se ne vedono ancora molto poche. Ma forse pure loro, si sparpagliano...