sabato 11 giugno 2011

Erikoussa. A un passo dall’Albania.

Ed eccoci alla seconda isola delle Diapondie, 7 miglia a Est di Othoni. Arriviamo a Erikoussa con un bel vento al traverso di oltre 20 nodi e onde formate. Navighiamo col solo fiocco e facciamo più di 8 nodi. Ci accompagna lungo tutto il tragitto un grande delfino grigio che non si stanca di giocare con noi. Dopo una mezz’ora di salti suoi e nostri sulla prua, di grandi chiacchierate in versi strani, di sguardi incrociati, noi torniamo al timone e lui continua a ballarci intorno. È il primo animale marino che incontriamo nello Ionio, bene, questo vuol dire che questo mare non è morto come sembrava, proprio mentre cominciavamo a sentire nostalgia del Tirreno. 
Oggi c’è un po’ più di movimento per mare, c’è stata nei giorni scorsi la regata Brindisi Corfù e incrociamo diverse barche che tornano verso l’Italia, non le invidio affatto, vento forte e contrario, mare molto mosso. Come sempre mi chiedo chi glielo fa fare, non riesco proprio a dare un senso al mare inteso come competizione sportiva, non posso che trovare disarmonico il navigare con il percorrere rotte obbligate in tempi serrati, pensando solo ad arrivare per primi. Il pensiero va a Moitessieur che trovandosi in testa al giro del mondo in solitario dopo parecchi mesi di navigazione e a poco dal traguardo, decise di mollare la gara per continuare a navigare e fare un secondo giro del mondo… non gli era bastato, si vede, o probabilmente di arrivare primo non gli importava un granché.
La grande baia di Erikoussa ha quindi un po’ più di vita di quella che abbiamo visto ieri a Othoni, parliamo sempre di una decina di barche in tutto che incrociamo nel corso dell’intera giornata, non di più. 
L’isola non ha baie particolari come Aspri Ammos di Othoni, ma merita la visita. Scendiamo a terra e percorriamo il sentiero che ci porta verso il lato esposto ai venti che continuano a soffiare forti da Nord Ovest. Nel villaggetto sulla baia alcune taverne promettono pasti genuini di pesce ma noi ci limitiamo a prenderci un pagoto (gelato) e torniamo in barca. L’Albania è a un passo, la terra è brulla e per lo più deserta inframmezzata da spazi a grande densità abitativa con palazzi di 10 piani, siamo incuriositi ma decidiamo di restare in Grecia. Il tempo per noi continua a esssere una variabile leggera, anche se spesso ci viene l’ansia di andare avanti, la Grecia ha 1.500 isole e ogni tanto ci viene la folle idea di vederle tutte. Anche questa è competizione e non è bene, dovremo scegliere, dovremo necessariamente decidere di saltarne qualcuna, più di qualcuna… Sì ma quali saltare? Oggi per esempio, consultando le carte, abbiamo deciso che le Strofadi dovranno far parte del nostro itinerario, si tratta di un paio di scogli in the middle of nowhere a 25 miglia a sud di Zante, le isole più vicine alla piana abissale ionica (il nome, credo, la dice lunga…), questo vuol dire che dovremmo seguire la rotta del Peloponneso, invece di tagliare il canale di Corinto, ovvero miglia e miglia in più. Però vorremmo che il nostro viaggio fosse focalizzato più sulle piccole isole che sulle grandi e le Strofadi possono senz’altro essere annoverate tra le prime. Staremo a vedere, siamo solo all’inizio e non abbiamo appuntamenti da rispettare.

5 commenti:

  1. Vedo che la logica della consegna materiali non vi abbandona.
    Andrew ed io non navighiamo perché non ci piace ma gironzoliamo in macchiana ogni volta che vogliamo isolarci dal mondo.
    Trova un'idea di destinazione e poi perditi per la strada.
    È bellissimo.

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  2. Dopo le Eolie, ecco le Strofadi, le Cicladi,... che bello!
    Basta evitare le Gonadi, le Ragadi e le Fistole e vedrai che la tua crociera sarà un vero spettacolo!
    :)

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  3. La destinazione Coco' è sempre e solo una cala più in là. Bisogna che lasci la macchina e prendi il mare tu, eh?

    Anonimo, ho idea tu sia Fabio, eh? ;)

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  4. Fabio? No, acqua, acqua... (anche se he hai già tanta). :)

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