lunedì 4 luglio 2011

A Porto Kajio l’Egeo ci viene incontro


Partiamo da Kalamata con calma di vento e dopo poche miglia si scatena il meltemi. Ma il meltemi non era un fenomeno dell’Egeo? Il punto è che l’Egeo, ansioso di incontrarci ha deciso di venirci incontro e ha invaso lo Ionio meridionale. Facciamo una bella e impegnativa veleggiata con mare formato, dapprima navigando al traverso e, a ridosso del famigerato Capo Matapan, di lasco, poi quasi in poppa. Prendiamo una mano di terzaroli, poi riduciamo il fiocco. 
Doppiato Capo Matapan, il mare si calma ma le raffiche scendono rabbiose dalla montagna rendendo difficile qualsiasi manovra. Il genoa ridotto si è incattivito sul rollafiocco e non riusciamo ad arrotolarlo. In tutto questo viaggiamo a oltre 9 nodi, toccando la punta massima di 10,7.
Poi, 1 miglio dopo il capo, ecco che arriviamo in …. Irlanda. Sì, Porto Kajio sembra un angolo di Grecia rubato all’Irlanda. Un meraviglioso fiordo tra le montagne verdissime. 
Una spiaggia con 3 taverne e un piccolissimo borghetto di pescatori. Sulla montagna, monasteri e torri abbandonati, alcuni ristrutturati benissimo e perfettamente integrati nella terra. Sembra un luogo di fantasmi. Gli antenati di Porto Kajio erano famigerati pirati. Arroccati sulle montagne, adocchiavano le navi passare e di notte accendevano dei fuochi per ingannare i comandanti sulla reale posizione del Capo Matapan. Questi tapini andavano a scogli e venivano aggrediti dai pirati di Porto Kajio che dilapidavano tutto e non lasciavano superstiti.
A vederli, gli eredi, non sembrano così di stirpe spietata. La proprietaria di una delle taverne ci viene incontro e ci indica dove è meglio che ancoriamo il tender, ci lega la cimetta e non ci chiede nemmeno di recarci da lei a cena. 
Quando dopo una passeggiata, però scegliamo di andare da lei, troviamo che ci ha già apparecchiato il tavolo migliore, l’unico perché saremo gli unici a cena. Queste sì che sono PR. Come mi piacerebbe che tanti miei colleghi imparassero che procacciamento di business non significa tartassare il potenziale cliente di continui e ripetuti tentativi di malcelata corruzione. Troppo facile in quel modo, no, la signora ha lasciato che la sua cortesia facesse effetto, senza chiedere, senza insistere, senza fare alcun richiamo. Ed eravamo gli unici 2 clienti della serata in un mercato con 3 concorrenti. Bella lezione per la new business people italiana. 
Imperdibile a Porto Kajio la breve passeggiata lungo il viottolo a mezza costa che porta ad una piccola chiesetta. Da lì si vede il mare fuori dal Golfo con le raffiche a pelo d’acqua che fanno dei disegni bellissimi. Incrocio una signora anziana accompagnata da un giovanotto che al mio sorridente kalispera risponde avvicinandosi, prendendomi il viso tra le mani e dicendo qualcosa che suonava come “Quanto sì bella, figlietta mia” ma che in realtà poteva essere qualsiasi cosa. Nel dubbio meglio pensare positivo.
Il golfo sembra essere molto pescoso a giudicare dalla cassetta di pesci che la nostra signora Oscar per il new business ci propone per cena: un trionfo di cernie di tutte le dimensioni. 
Questo di Porto Kajio è un ancoraggio fantastico. Di notte le costruzioni che paiono disabitate e i monasteri si illuminano e la montagna è costellata di puntini luminosi. Il mare è calmissimo, le raffiche scendono dalle montagne e disegnano la superficie dell’acqua. Sopra di noi, “il cielo di irlanda, lo sai, corre veloce”.

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