lunedì 25 luglio 2011

Gaidouronisi e Koufonisi. Sembrano nomi da calciomercato


E invece sono due sputi di isolette a Sud e Sud Est di Creta. Il nostro lavoro artigianale incontra un piccolo ostacolo. Lavoro? Oh, nulla di preoccupante. Da ogni isola che tocchiamo prendiamo un sasso rappresentativo, per il tipo di roccia oppure per la forma oppure per la dimensione, quando va bene riusciamo a rispettare tutti e 3 i parametri. Sopra ad ognuno scriviamo il nome dell’isola che il sasso dovrebbe rappresentare. L’idea è quella di collocarli poi in piano a ricreare questo magico mare. La cosa più difficile è rispettare le proporzioni e infatti penso che alla fine il puzzle che ne verrà fuori sarà una visione lievemente distorta della realtà, d’altra parte anche i grandi cartografi come Hortelius si concedevano parecchie licenze.
La difficoltà in questo caso è prendere dei sassi di Gaidouronisi e Koufonisi, rappresentativi per proporzioni delle stesse ma allo stesso tempo riuscire ad iscriverci il loro nome sopra. Benedetti Greci, potevate chiamarci Creta con un nome lungo che di spazio ne ha, no?
Vabbé, parlando di cartografi antichi, il pensiero corre spontaneo a quelli moderni. C’è una società che realizza la cartografia per il GPS, la Navionics. Queste carte vengono vendute in cartucce a prezzi non propriamente modici, quella base del Mediterraneo costa 200 euro  ma le valgono tutte, visto che per mare è meglio sapere che fondale hai davanti prima che l’ecoscandaglio lo rilevi sotto la prua. Sono praticamente la versione moderna, più pratica e molto meno ingombrante delle storiche carte nautiche. Bianco, azzurro e turchese:  quando navighi sul bianco, stai tranquillo, sono acque profonde superiori ai 20 metri, nessun rischio, quando sei sull’azzurro sei tra i 20 e i 10 metri, tranquillo ma vigile, nel turchese sei sotto i 10 metri e la carta ti segnala tutto ciò che è di profondità inferiore, sia che sia emerso sia che sia sommerso, scoglio o relitto. Solo che ci sono zone che sono molto ben descritte, le più frequentate, per esempio in Corsica e Sardegna. Su queste carte puoi fare affidamento e ti dettagliano quasi ogni scoglio e ogni secca con precisione efficientissima. 
Ci sono altre zone invece, dove a solo guardarle capisci che sono state fatte un po’, diciamo, a tirar via. D’altra parte, a giudicare dal traffico che abbiamo osservato e descritto nei post precedenti, non si può nemmeno pretendere che la Navionics investa nel dettagliare queste zone solo per noi, no? Comunque, me li immagino facilmente alla Navionics, il grande capo che entra nell’open space degli operatori e dice: “Qualcuno di voi è stato a Gaidouronisi, Creta Sud?”. Silenzio. Poi una voce dal fondo “Sì, mio cugino, tanti anni fa, mi pare che disse che è tutto bassofondo lì intorno”. “Qualcun altro?” chiede speranzoso il capo. Silenzio. “Vabbé, metteteci tutta un’area turchese  per mezzo miglio, no anzi per un miglio intorno e un po’ di crocette qui e là, anzi tante crocette….” E poi rivolgendosi alla segretaria “Signorina, l’abbiamo messo il disclaimer che ci manleva dalle responsabilità sull’attendibilità della cartografia, vero?”. “Tranquillo dottore, abbiamo fatto come ci ha detto l’ufficio legale, c’è una mascherina con questa precisazione che si apre ogni volta che viene acceso il GPS e per proseguire nella consultazione, il cliente deve digitare il tasto ACCETTA”.
Ecco secondo me, più o meno, alla Navionics le cose devono andare così. Comunque, se anche le carte fossero precise meglio sempre non fidarsi troppo. Noi usiamo la tecnica dell’uomo a prua, anzi, della donna, visto che è uno dei compiti che spetta a me perché non si sa come mai, leggenda vuole che io ci veda meglio. Adesso, quando navighi in quel famoso miglio di turchese intorno a Gaidouronisi che significano tra i 2 e i 7 metri d’acqua, non è che sia proprio così facile intuire se il fondo stia salendo o stia scendendo guardandone la superficie, né tantomeno individuare le “passe” per arrivare nelle cale.  In ogni caso si fa di necessità virtù e credo di essere diventata piuttosto bravina nello stimare le profondità e le tipologie di fondale. Finito il viaggio, mando un curriculum alla Navionics.
Ma torniamo alle nostre isole, Gaidouronisi, rinominata dai saggi cretesi “Chrisi” è conosciuta come il caraibe dell’Egeo. A 10 miglia da Ierapetra, viene raggiunta in giornata da 5 o 6 barconi che portano turisti, ma l’isola li contiene tranquillamente, si spargono sull’intera costa sabbiosa e sembrano formichine. Il campeggio libero è rigorosamente vietato ma consentito, questa che appare una contraddizione ha in sé il bello dello spirito greco che assomiglia spesso a quello partenopeo. Tutto intorno all’isola, famosa anche per la sabbia fatta quasi interamente di conchiglie, c’è questa enorme distesa di turchese, ben più grande dell’isola stessa. 
Koufonisi, invece è all’estremità sud est di Creta, a circa 3 miglia da essa. Qui, non c’è nessuno, forse perché non ci sono paesi sull’isola principale fatto sta che di nuovo troviamo il deserto. Io la preferisco, anche qui la Navionics ha ottimizzato come si dice, e il nostro navigare è un incedere in un dedalo di scoglietti, però quando arriviamo alla doppia cala esposta a Libeccio, il bagno che facciamo dà un senso alla fatica. Sembrano geologicamente simili le due cale, invece in una l’acqua è limpida, nell’altra torbida, ci accorgiamo che quest’ultima ha in più una roccia di caulino che rende la visibilità pari a 0. Immaginate di spargere nell’acqua un po’ di borotalco e avrete un’idea più precisa. Salutando Koufonisi, diamo il nostro addio a Creta Sud e iniziamo a risalire il lato est, entro sera vediamo all’orizzonte quella che dopo una sosta tecnica nel marina di Agios Nicolaos, sarà la nostra prossima meta: l’isola più a sud del Dodecaneso, Kassos.

3 commenti:

  1. La ricostruzione del viaggio attraverso i sassi è un'idea bellissima, sarà che io, per i sassi, ho una malsana passione.

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  2. andy, ma allora devi venire a trovarci a casa... Sempre che nel frattempo non sia crollata al piano di sotto vista appunto la collezione di sassi (il più grande pesa 25 chili) che è sparsa per casa e in terrazzo!

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  3. Andy?

    Sono Costanza non Andy, ma vengo lo stesso a vedere la collezine di sassi.

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